Piolo, un Baresi del '52

Piolo, un Baresi del '52 Piolo, un Baresi del '52 Costretto a tornare azzurro a 39 anni Silvio Piola, il centravanti che sta gigante nella storia del calcio italiano, vive tranquillo a Vercelli, ha settant&nove anni e non gli avremmo rotto la quiete se nel suo affascinante romanzo sportivo non ci fosse un capitolo che per molti versi ricorda l'attuale vicenda del milanista Franco Baresi. Dunque, vediamo. Maggio del 1952. Piola, trentanovenne, esercita ancora il suo magistero goleadoristico nel Novara che, grazie a quel massimo centravanti, si scuote da una crisi che l'aveva steso nel sottoscala della serie B e vola verso la vetta. Mentre Piola cannoneggia, la Nazionale, china sul calendario, scorre l'elenco dei santi ai quali votarsi. Bussa alle sue azzurre porte nientemeno che l'Inghilterra. Uh, mamma. E chi ci mettiamo come centrattacco contro i sudditi di Sua Maestà? Latitava un vero, effettivo, consistente numero nove e l'allora et Carlino Beretta, pistole e fucili, ebbe un'idea. Ci mettiamo Piola. «Eh, sì -, rammenta Piola -. Fu, quella, un'incredibile primavera. Chi ci pensava più alla Nazionale. L'avevo lasciata da cinque anni. Basta, basta, via con dignità, ero vecchio per quelle cose. Mi restava il Novara, ero soddisfatto così. E un giorno suona il telefono, sono Carlin Beretta, come stai vecchio? Bene e tu? Io male, perché non ho un centravanti da sparare contro gli inglesi, anzi ce l'ho e sai chi è? No, chi è? Sei tu. Riempi la valigia e corri a Firenze, giochi tra Pandolfini e Amadei, ci sono anche Boniperti e Cappello. Ciao, fa presto. Pensai: sta scherzando. La mattina dopo Beretta ritelefona: ti muovi o no? Il giorno appresso altra telefonata. E dopo tre giorni, arriva Beretta a casa mia, parla a me, parla a mia moglie, signora lo convinca, è la patria che chiama. Amo la patria dico io, ma ho trentanove anni, troppi per la maglia azzurra. Niente, non cedo. Anzi, per sfuggire alla caccia, scappo in montagna. Beretta mi scova, mi prega di andarlo a trovare nella sua fabbrica. Silvio, mi sussurra, Silvio ti prego. Era commosso. E che cosa potevo fare, lasciarlo senza centrattacco? E poi mi piaceva che m'avessero cercato. Cercatori matti, ma simpatici. Dai e dai, si stava riaccendendo il passato. Dissi alla fine di sì, proprio come ha fatto Baresi, l'ho letta la faccenda, mi comportai come lui. Giocai, non andò male. Pareggiammo, uno a uno, e pareggiare con gli inglesi non era uno scherzo». E adesso come va, Piola? «Da vecchi. Ma non giro soltanto tra i ricordi, passeggio anche nel presente», [g. ran.] Silvio Piola, 79 anni

Luoghi citati: Firenze, Inghilterra, Vercelli