Privatizzazione, un giallo di Giuseppe Guarino

Privatizzazione, un giallo Privatizzazione, un giallo 77piano c'è, ma nessuno l'ha visto ROMA. Chi l'ha visto? Giuseppe Guarino no. Il ministro dell'Industria non ha dato nemmeno un'occhiata al programma di riordino delle Partecipazioni statali. Lo confessa da Bruxelles: «Non ho ancora ricevuto il piano per le privatizzazioni e non ho avuto quindi modo di manifestare le opinioni che a questo proposito mi sono state attribuite». In apparenza Guarino vuole smentire di essere in dissenso con il collega del Tesoro, Barucci, anche lui di area de. Ma in realtà la puntualizzazione rappresenta una presa di distanza. E' vero infatti che la legge assegna a Barucci il compito di predisporre il programma di riordino, ma è vero anche che gli impone di farlo «d'intesa» con i ministri del Bilancio, il socialista Reviglio, e dell'Industria. Evidentemente, l'intesa ancora non c'è. Barucci avrebbe quindi confezionato il piano tutto da solo. E adesso attenderebbe il conforto di Guarino (che non fa trapelare mai troppa simpatia nei suoi confronti) e di Reviglio. Anche il ministro del Bilancio, infatti, non ha ricevuto il documento. Finora Reviglio ha collaborato alla definizione dell'indice degli argomenti, ma non alla stesura del piano stesso. Farà perciò le sue osservazioni soltanto quando avrà fra le mani il piano. Insomma il programma è stato scritto con una mano sola. Il ministro del Tesoro comunque lo ha terminato e conta di inviarne presto copia a Guarino e Reviglio per consultarsi sul contenuto. Visto che il testo è stato ultimato, lunedì sera si era diffusa la convinzione che Barucci avesse già inviato il piano al presidente del Consiglio. Sempre per legge spetta ad Amato (responsabile della linea collegiale del governo) trasmetterlo in Parlamento. Ma dalla presidenza è stato precisato che l'arrivo del documento è atteso solo per «i prossimi giorni». Il programma di riordino, comunque, non si è perso per strada: deve essere perfezionato con altri contributi. Barucci sembra già soddisfatto, di averlo messo a punto; "per legge deve predisporlo entro il 15 novembre. La materia è spinosa. Reviglio stesso aveva osservato che le privatizzazioni si devono fare lontane da occhi indiscreti; voleva punzecchiare Massimo Pini, consigliere di Amato per le imprese pubbliche, perplesso sulle strade imboccate. Le privatizzazioni per ora sono lontane dagli occhi di Pini come da quelli di Reviglio e Guarino rimasti a digiuno del piano. Fra piccole polemiche e grandi curiosità, le aziende pubbliche hanno avviato una vera e propria caccia al piano nella speranza di conoscere in anticipo il proprio destino. Tanta agitazione provoca situazioni singolari: cominciano a circolare perfino false copie. Anche il segretario pli, Altissimo, si è messo in movimento per capire che accade. Ha incontrato Amato e ha fatto sapere che il presidente del Consiglio gli ha garantito che le privatizzazioni sono «un punto irrinunciabile» e che il governo «non ha alcuna intenzione di continuare a finanziare le partecipazioni statali». In un clima così confuso, Guarino comunque non intende farsi da parte. Nega di essere in pista per diventare commissariò Cee: «La mia candidatura a Bruxelles non esiste. Ognuno deve fare innanzitutto il proprio dovere nel posto dove è chiamato a farlo». Roberto Ippolito

Luoghi citati: Bruxelles, Roma