Federico il verde che ha battuto Alba e gli altri di Simonetta Robiony

Federico il verde che ha battuto Alba e gli altri Incontro con Fazzuoli, il conduttore spiega il motivo del successo avuto con il programma sull'agricoltura Federico il verde che ha battuto Alba e gli altri Più di cinque milioni ogni domenica: «La gente vuole capire e protestare» ROMA. Con una media di 5 milioni e mezzo a puntata e una punta di 7 milioni 273 mila raggiunta alle 12,50, mentre da Acqualagna di Pesaro andava in onda la sagra del tartufo bianco, «Linea verde» ha conquistato il titolo di programma più visto della domenica, pallone e partite a parte. Domenica scorsa la trasmissione ha raggiunto quota 5 milioni e 989 mila, ma loro, quelli della redazione, non mostrano particolare entusiasmo di fronte a questa vittoria, perché ai record ci sono abituati. E' dall'86 che il programma, creato per sostituire «A come agricoltura», non piace soltanto ai contadini: la punta massima resta una puntata della scorsa primavera dall'Isola d'Elba dove toccarono gli 8 milioni e 200 mila. «Deve essere la crisi economica - ipotizza Federico Fazzuoli, l'uomo che ha inventato "Linea verde", la fir- ma e la conduce -, da quando abbiamo istituito l'Osservatorio prezzi abbiamo una media di 800 mila spettatori in più a puntata. Si vede che il servizio è utile». Federico Fazzuoli, toscano della Val d'Arno, chiamato «il contadino», nonostante il successo non s'è trasformato in un «producer» chiavi in mano della trasmissione, ma resta un dipendente della Rai, azienda dove è entrato nel '74 come addetto ai programmi. «Sono un dirigente della prima rete al se- guito del direttore Fuscagni. Un po' come Minoli a Raidue». Però, proprio come Minoli, anche il suo è un programma giornalistico? «Questa distinzione tra amministrativi e giornalisti è vecchia. L'inventarono quando divisero i programmi tra culturali e varietà, perché ai culturali andavano i giornalisti e al varietà quelli di Cinecittà. Ma oggi che si fa giornalismo-spettacolo andrebbe abolita». Lei non fa giornalismospettacolo. «Mah. Nel momento in cui riprendo un pezzo di ghiacciaio andino che si stacca e rotola a valle, cosa faccio? Informazione scientifica? Documentazione giornalistica? O invece raccolgo solo immagini che inchiodano il pubblico?». Non vorrà sostenere che «Linea verde» piace per questo? «No, piace perché c'è dentro un po' di ecologia, un po' di economia, l'agricoltura, l'alimentazione, ma anche bei paesaggi, belle immagini, belle tavolate di cibo. Vedere una tavola con dieci modi di cucinare la zucca, ortaggio ormai dimenticato dai più, è anche una festa per gli occhi. E poi "Affari di famiglia" sta sopra i 5 milioni, "Fatti vostri" appena sotto, "Mi manda Lubrano" marcia benissimo: ci sarà una ragione». Quale? «E' che la gente vuole capire i problemi che si trova davanti. Ha voglia di esser più informata: per protestare, per copiare, per assimilare modelli, per curiosità, per bisogno». Quanto conta in un programma di servizio la faccia del conduttore? «Direi un terzo. Il primo terzo è la formula, il secondo la squadra, solo l'ultimo è il conduttore. E non sempre». Lei però è anche autore del suo programma. «Infatti. E lo conduco da undici anni. Può darsi che ormai la mia faccia abbia acquistato una credibilità autonoma. Certo è che, proprio quest'anno, ho deciso di mostrarla di meno». In che senso? «Per far entrare più servizi, la trasmissione andrà meno in diretta. Ma se dall'Olanda arriva la notizia dei polli con la saimonella, prima lo dico e meglio faccio il mio lavoro». E' questo che le piace di più del suo ruolo? «No. Mi piace soprattutto influire sui consumi». Come? «Per esempio aiutare la gente a difendersi dall'invasione dell'hamburger con patate, oppure spiegare che il kiwi nostrano che costa la metà, è migliore di quello neozelandese che costa il doppio perché non ha conservanti». Il suo modello qua! è? «Ho imparato la lezione da "Di tasca nostra": si deve parlare dei consumi evitando comunque ogni rischio. In tanti anni ho collezionato infinite proteste, ma nessuna denuncia: sono prudente». Lei che è tanto attento al mercato che ne pensa della privatizzazione della Rai? «Penso che sia prematura. Un programma come il mio, oggi, si può fare in libertà solo sulla Rai perché la Rai non è ricattabile. Oltre alla pubblicità ha il canone: se perde un inserzionista va avanti coi soldi del cittadino». Come mai dice prematura? «Perché in America dove sono più avanti, le aziende accettano volentieri che i consumatori gli facciano le pulci anche dalle tv commerciali. Noi non siamo preparati: dobbiamo aspettare». Simonetta Robiony «La nostra tv deve aggiornarsi non è abituata alle critiche» Federico Fazzuoli, detto «Il contadino», conduce e firma il programma da 11 anni

Persone citate: Fazzuoli, Federico Fazzuoli, Fuscagni, Lubrano, Minoli

Luoghi citati: Acqualagna, America, Olanda, Pesaro, Roma