De Lorenzo a colloquio quattro ore col giudice

De Lorenzo a colloquio quattro ore col giudice Voto di scambio: «Non è stato un interrogatorio» De Lorenzo a colloquio quattro ore col giudice NAPOLI. Sono le tre del pomeriggio, quando Francesco De Lorenzo esce dall'ufficio del capo della Procura di Napoli. L'altro ieri, durante una conferenza stampa dai toni incandescenti, si era detto pronto a consegnare ai giudici che indagano sul voto di scambio tutti i documenti utili alle indagini. Ma ora c'è una piccola correzione di tiro: «I magistrati non potevano chiedermi niente, sono venuto qui per rendere dichiarazioni spontanee. Ma se sarà necessario un interrogatorio formale, rinuncerò alle mie prerogative. Ad ogni modo ci penserà il mio avvocato, Gustavo Pansini, a fornire tutto il materiale che serve a chiarire la mia posizione». Ma chi sa qual è il materiale da consegnare, visto che i giudici non hanno potuto formulare una sola domanda? «L'avvocato agirà sulla base di ciò che abbiamo intuito possa essere utile». E' durata quattro ore la «chiacchierata» tra il ministro, il procuratore Michele Morello e i sostituti Francesco Menditto e Vincenzo Piscitelli. De Lorenzo ha avuto anche un colloquio piivato con Morello: «Abbiamo chiarito ogni equivoco, e io gli ho rinnovato la mia stima». I giudici non parlano. Di certo continuano a indagare sul voto di scambio, o meglio sul reato di corruzione elettorale per il quale hanno ricevuto avvisi di garanzia De Lorenzo, il parlamentare de Alfredo Vito e il vicesegretario del psi Giulio Di Donado, che sabato andrà di sua iniziativa in Procura. Negli ambienti politici napoletani circola la voce di altri inquisiti. Dice il verde Alfonso Pecoraro Scanio: «So che sono stati emessi altri sei avvisi di garanzia. Credo si tratti di impiegati presso alcune segreterie politiche». Altri avvisi sarebbero poi stati emessi nei confronti di alcuni elettori. lf. m.]

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