«Camerati, l'eroe è Andropov» di Pierluigi Battista
«Camerati, l'eroe è Andropov» L'ex informatore del Sid ne fa l'apologia in un libro, «Il crollo dell'Urss» «Camerati, l'eroe è Andropov» Guido Giannettini riscrive la storia del Kgb TORNA L'EX AGENTE DELSID ROMA l A chi si rivede. Guido _1 Giannettini, l'ex informatore del Sid che fu coinvolto nei misteri della strage di piazza Fontana, sembrava inghiottito nel nulla, costretto a collaborare ai giornali di Giuseppe Ciarrapico ma sempre sotto pseudonimo. Ma adesso, dopo anni di anonimato, l'ex «agente Zeta» ammiratore del regime dei colonnelli pubblica un libro con nome e cognome in copertina. E scioglie un inno al nemico di un tempo, a quel Yuri Vladimirovie Andropov, capo del Kgb dal 1967 al 1982, e poi, con la morte di Breznev, numero uno del Cremlino fino al 1984. Andropov: ovvero, secondo Giannettini, il vero, misconosciuto artefice della perestrqjka. Di destra la casa editrice: il Settimo Sigillo. Titolo del volume: Urss, il crollo. Autore: Giannettini. Che rende omag- gio, nel decimo anniversario dell'«incoronazione» dell'«uomo nuovo del Kgb» a capo dell'ex Unione Sovietica, all'uomo cui Gorbaciov, a detta dell'autore, avrebbe usurpato fama e meriti. E' da anni che Giannettini pensava di rendere esplicite nero su bianco le sue rivelazioni e di mettere a frutto le conoscenze sul «gigante sovietico» acquisite durante la sua collaborazione all'ufficio «R», spionaggio all'estero, del Sid. Ora esce allo scoperto. Con un cruccio, però: che i responsabili del giornale del movimento sociale, il Secolo d'Italia, hanno già fatto intendere che sulle colonne del loro quotidiano non uscirà nessuna recensione del libro di Giannettini. «Perché è un nome compromettente», è la motivazione del gran rifiuto. Anche se, rigorosamente sotto pseudonimo, Giannettini ha più volte collaborato in questi anni col Secolo d'Italia. Ma che scrive l'autore di Urss, il crollo? Afferma che «né la perestrojka né la glasnost sono invenzione di Gorbaciov», perché la loro origine risale «all'azione rinnovatrice promossa da Andropov», volta a «combattere l'inefficienza e la corruzione del sistema sovietico». Il capo del Kgb salito al Cremlino viene descritto con smisurata ammirazione: «Buon conoscitore delle lingue straniere, studioso di Kant, Dante e Cervantes, autore di poesie non certo eccelse ma comunque di buona fattura, collezionista di quadri astratti, di concerti di Herbert von Karajan ma anche di composizioni jazz di Glenn Miller». E' lui il protagonista della svolta storica che verrà ereditata da Gorbaciov. L'ex agente del Sid appare informatissimo sui segreti del Kgb. Riferisce persino il numero moscovita dell'ufficio Kgb che, sotto la ferrea supervisione di Andropov, si «occupava» di Medio Oriente: 224.4848. E sulla base di queste informazioni riservate Giannettini «scagiona» Andropov dall'accusa di aver appoggiato le forze che in Iran si battevano contro lo Scià. Infine si dice convinto che il fallito attentato al Papa sia opera «di avver- sari interni di Andropov» allo scopo di fermarne l'ascesa. Alla fine una certezza: anche gli Stati Uniti hanno «scarsa possibilità di sopravvivere» dopo il crollo delll'Urss. Parola dell'agente Zeta, cui non manca la speranza che l'Atlantico possa «diventare un mare interno europeo». Per la gioia del redivivo Giannettini. Pierluigi Battista «Fu lui e non Gorbaciov il vero inventore della perestrojka» Guido Giannettini
Luoghi citati: Iran, Italia, Medio Oriente, Roma, Stati Uniti, Unione Sovietica, Urss
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