Colpevoli di tutti i complotti

Colpevoli di tutti i complotti TRE SECOLI ACCUSE Colpevoli di tutti i complotti Anche Cavour e Garibaldi nel mirino dei nemici At r\ -r ROMA mm SSÉRRAGLIATI nei loro jB^Ltempli, intabarrati nei loro grembiulini, i Fratelli complottano, ordiscono trame, mettono a punto disegni inconfessabili. E cos'altro è, agli occhi dei suoi nemici, la Massoneria se non un'inesauribile centrale di complotti? O un'oscura conventicola col pallino di voler governare segretamente il mondo? Avanzano le lobby, si infittiscono i misteri, fioriscono le alleanze trasversali ed ecco riaccendersi la mai sopita diffidenza per le simbologie arcane di conio massonico. E lo storico Giuseppe Giarrizzo, che per l'editore Marsilio sta correggendo le bozze di un libro sulle origini secentesche;! della Massoneria, invoca i Fra-1 telli di «uscire allo scoperto» per non dare alimento alla «cultura del complotto». Storia antica, questa della complottomania antimassonica. A dar retta all'abate Augustin Barruel, persino la Rivoluzione francese fu architettata in gran segreto in qualche Loggia. Ce l'aveva con i «sofi- sti della politica», come l'ex gesuita definiva gli «illuminati», che avevano stretto una sordida alleanza con i «sofisti dell'empietà» (i filosofi) per generare quell'entità diabolica che andava sotto il nome di giacobinismo. E non era forse un massone anche Benjamin Franklin, il padre della Rivoluzione americana? Fu lui, a detta dei cattolici controrivoluzionari, a traghettare in Europa il verbo dell'eversione e della congiura che avrebbe eliminato, assieme alla monarchia, ogni traccia della presenza di Dio. Complotto, complotto e ancora complotto. Garibaldi e Cavour? Due lestofanti armati di cazzuola e compasso, hanno sempre detto i detrattori del Risorgimento. Che non fu, a loro dire, un moto di indipendenza nazionale, ma l'ennesima congiura massonica per strappare all'Italia la sua anima cattolica e popolare. Nel suo recente libro Pensare la storia il saggista cattolico Vittorio Messori ha anche smascherato il vero, autentico «manuale di massoneria per il popolo» postrisorgimentale: Cuore di Edmondo De Amicis, ideato e scritto per divulgare la fede nel Grande Architetto dell'Universo. All'alba di questo secolo Ernesto Nathan, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, diventa sindaco di Roma e tra gli avversari subito si mormora sulle perversioni del nuovo «disegno massonico». Poi arriva il castigamassoni per antonomasia: Benito Mussolini. Ancora socialista, propone nel congreso di Ancona del psi (1914) l'incompatibilità con la Massoneria. Costernazione tra i numerosi compagni-fratelli. Nel '23 il duce fa il bis e stavol- ta dispone l'incompatibilità tra Grande Oriente e Pnf. Il fascismo sopprime le associazioni «palesi» come partiti e sindacati. Figurarsi se non se la prende con le associazioni «segrete». E così nel 1927 scioglie le Logge e manda al confino il Gran Maestro Domizio Torrigiani. La sindrome del complotto diventa una febbre e Mussolini conia un'invettiva destinata alla celebrità contro le forze demo-pluto-giudaicomassoniche. Ma a quel punto la farsa si sta per trasformare nella tragedia. Torna la democrazia, torna la Massoneria. E torna anche quel tenace e indistruttibile timore che i figli di Maria hanno sempre nutrito per la Massoneria, coacervo di interessi potenti, fascio di forze legate al potere economico. O almeno, così si pensa. E così pensava persino il leader de Alcide De Gasperi quando, a proposito della Massoneria, formulò la seguente legge: «sempre tenerla presente, mai nominarla». S'agitano nel dopoguerra i fantasmi della «finanza laica». Nella de crescono i sospetti su quelle inafferrabili oligarchie laiche che se potessero si libererebbero in un attimo dei cattolici. Arriva la faghiglia trascinata dalla P2 ad irrobustirli, quei sospetti. Poi crolla il muro di Berlino, sparisce il Nemico visibile. Ora inizia la resa dei conti con quello «invisibile». Formigoni, Sbardella, Mancino, De Mita e anche Andreotti partono lancia in resta con la «campagna antidemocristiana». Ancora una volta orchestrata in qualche Loggia misteriosa. [pg. bat.] Il castigamatti? Mussolini che nel '27 scioglie le logge Alcide De Gasperi (nella foto sopra) Da sinistra Benito Mussolini e Giuseppe Garibaldi

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