Congresso e referendum Qui il vincitore è Perot di P. P.

Congresso e referendum Qui il vincitore è Perot Congresso e referendum Qui il vincitore è Perot WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le «altre» elezioni le ha vinte Ross. Perot. Soltanto oggi si avrà un quadro generale dei risultati emersi dalle elezioni politico-amministrative, che hanno comportato il rinnovo di un terzo del Senato, dell'intera Camera dei Rappresentanti e di 12 governatori, e della pletora di referendum, su cui si è votato in quasi tutti gli Stati. Ma, quasi sicuramente, questi risultati rispecchieranno il diffuso sentimento «anti-palazzo» che ha sorretto il fenomeno Perot. Non è un caso che, in ben 14 Stati, gli elettori siano stati chiamati a pronunciarsi in altrettanti referendum sull'introduzione di un limite alla rieleggibilità dei rappresentanti al Congresso. E' precisamente questo sentimento che espone a rischio la grande maggioranza dei senatori che si ripresentano (27 sui 35 sottoposti al giudizio popolare) e, secondo le stime, più di un terzo dei 435 membri della Camera. Rischia di non essere rieletto persino Thomas Foley, democratico dello Stato di Washington, che è lo «speaker» (in Italia si direbbe il Presidente) della Camera. E' fortemente in bilico il seggio dell'ex astronauta John Glenn, altro democratico, coinvolto in passato nello scandalo dei «Savings and Loans». Sono in difficoltà tutti i parlamentari che hanno emesso un numero talmente alto di assegni a vuoto presso la Banca interna del Congresso, da far escludere una semplice svista. Uno di questi è Barbara Boxer, ex deputata ora in corsa per un seggio senatoriale in California. Ma la Boxer, dall'altra parte, è inclusa in un altro movimento, che segnala la novità di queste elezioni e lo spirito di protesta che le circonda: l'altissimo numero di donne che concorre per il pubblico ufficio. Sono 11 in corsa per altrettanti seggi senatoriali e 108 si battono per entrare alla Camera. Le donne erano solo due nel vecchio Senato e 29 nella Camera. Ma, a parte il terremoto rappresentato da questi cambiamenti, non si prevede che le co-^ se cambino molto dal punto di, vista dei rapporti di forza poli-?, tici. I democratici dovrebbero, mantenere la maggioranza in entrambi i rami del Congresso, anche se con un margine ridotto. Prevedono di perdere 25 seggi alla Camera, ma godevano di una maggioranza di 101 voti. E poco dovrebbe cambiare al Senato, dove prevalevano con 57 seggi contro 43. [p. p.]

Persone citate: Barbara Boxer, John Glenn, Perot, Perot Washington, Thomas Foley

Luoghi citati: California, Italia, Washington