«Ludwig» si nasconde in Brasile aiutato dai camerati di «Odessa»

«Ludwig» si nasconde in Brasile aiutato dai camerati di «Odessa» «Ludwig» si nasconde in Brasile aiutato dai camerati di «Odessa» SULLE TRACCE DELL'ASSASSINO PADOVA DAL NOSTRO INVIATO «Ludwig» si nasconde in Brasile? Indiscrezioni raccolte a Palazzo di Giustizia dicono che Marco Furlan, condannato a 27 anni con Wolfgang Abel per dieci dei annidici delitti firmati con la terrificante sigla e fuggito alla vigilia della sentenza della Cassazione da Casale di Scodosia, dov'era in domicilio coatto, è stato «segnalato» in una regione del Paese sudamericano. Si riapre, dopo mesi di silenzio, il caso sconvolgente di «Ludwig», riemerge il ricordo della catena di crimini compiuti sull'onda di una sorta di «ideologia» che aveva fondamenti nel nazismo. Un conto che Furlan ha lasciato in sospeso, quella sera del primo febbraio dello scorso anno in cui è scomparso misteriosamente dal paese in mezzo alla campagna. Marco Furlan e Wolfgang Abel, l'uno veronese e l'altro di origine tedesca, il primo figlio di un primario di ospedale, l'altro del rappresentante di una compagnia di assicurazioni germanica. Due ragazzi che frequentavano certi ambienti della «Verona bene», mettevano nei loro discorsi un moralismo granitico. I giudici hanno stabilito che sono stati loro a uccidere tante volte con i coltelli, i martelli, la benzina data alle fiamme, loro i firmatari di quei volantini con cui si rivendicarono delitti compiuti sotto il segno di «Ludwig» e della svastica: feroci assalti a prostitute, omosessuali, preti che avrebbero «abbandonato il vero Dio», frequentatori di discoteche e di cinema a luci rosse. Wolfgang Abel, bloccato dai carabinieri a Mestrino poco dopo la sentenza della Cassazione, sta scontando la condanna nel carcere di Padova. Ora va avanti la caccia a Furlan, nella quale sono impegnati gli uomini dell'Inter- poi. Stando alle indiscrezioni, ci sarebbe chi avrebbe segnalato «Ludwig» in una località del Sud del Brasbe, in una zona dove sono sorti parecchi centri turistico-residenziali. Ma per il momento non ci sono altre indicazioni che consentano di locabzzare il rifugio di Marco Furlan. Comunque, gli mqubrenti sarebbero riusciti a ricostruire la fuga di «Ludwig» attraverso l'Europa e quindi oltre Oceano. E c'è un particolare che rende ancor più inquietante questa vicenda: Furlan sarebbe stato aiutato, nei vari passaggi, da una specie di organizzazione di estrema destra, che somiglierebbe a queha che si chiamava Odessa e di cui farebbero parte anche ex carabinieri. Gente disposta a prestare assistenza, ancora in nome del nazismo, a preparare piani e probabilmente documenti falsi per il «camerata» inseguito daba Giustizia. Da Casale di Scodosia, Marco Furlan se n'è andato in bicicletta: poche pedalate ed è sparito dalla piazza del paese, ha infila¬ to una strada verso la campagna. Nessuno ci ha fatto caso. Quel ragazzo mandato là in domicilio coatto per i debtti di «Ludwig» andava spesso in giro in bicicletta: lui diceva che era la sua passione. L'ultima volta che l'hanno visto, da quelle parti, mancavano dieci giorni alla sentenza con cui la Cassazione avrebbe confermato la condanna inflitta daba corte d'assise d'appello di Venezia. Il resto della grande fuga di Marco Furlan sarebbe stato ricostruito attraverso le indagini dell'Inter¬ pol. Tra i campi di Casale di Scodosia, qualcuno ha preso «Ludwig» a bordo di un'auto di grossa cilindrata. Poco dopo la mezzanotte Furlan avrebbe varcato il confine austriaco, esibendo al controllo documenti falsi. Sia daba parte italiana sia da quella austriaca, via libera per «Ludwig», che pareva uno studente in viaggio per turismo. Il giorno dopo, Marco Furlan si sarebbe imbarcato a Vienna su un aereo diretto a Rio de Janeiro. E a Rio sarebbe rimasto per un certo periodo, poi avreb¬ be deciso di trasferirsi nella zona del Sud, dove forse contava su maggiori protezioni. Qualcuno non esclude persino che si sia sottoposto ad un intervento di plastica facciale. Comunque, finora è riuscito a sottrarsi alla caccia, e forse vive in uno dei tanti residence di quella località brasiliana, che si dice sia abitata da parecchi tedeschi. Molto attento, «Ludwig», in questi mesi, a non commettere errori che avrebbero potuto tradirlo: non una lettera, o una telefonata, a parenti, amici, conoscenti. Per tutti, lui doveva essere sparito. Chissà, adesso, se si riuscirà a scovarlo e a riportarlo in Italia perché spartisca con Abel quella condanna a 27 anni. Chissà se quella segnalazione di cui si parla è autentica. Ma intanto la figura di Marco Furlan sembra venir fuori dall'ombra, daba dimenticanza. Qualcuno, forse, non pensa più che questo «Ludwig» sia imprendibile. Lo presero, insieme con Wolfgang Abel, il pomeriggio del 4 marzo dell'84 nella discoteca «Melamara» di Castigbone debe Stiviere, nel Mantovano. Avevano appena versato la benzina da due taniche sulla moquette della sala da ballo e avevano appiccato il fuoco: si era sfiorata la strage, tra le centinaia di ragazzi che stavano ballando. La faccia da «ragazzo bene», Furlan disse che quello era soltanto uno scherzo di carnevale. Poco dopo, su di lui e su Abel piombarono le accuse per la tremenda catena di crimini firmati «Ludwig». Poi la condanna a trent'anni, con il riconoscimento deba seminfermità mentale, per entrambi in corte d'assise a Verona. Ma b 16 giugno deb'88, prima ancora del giudizio di secondo grado, Marco Furlan era già fuori dal carcere: erano trascorsi i termini di custodia cautelare. Pochi giorni dopo usciva anche Abel. Tutti e due nel Veneto, in domiebio coatto, ad aspettare una sentenza definitiva che avrebbe riaperto per loro la porta del carcere. Ha aspettato solo Abel, che all'ultbno memento ha tentato un'improbabile fuga per i campi, inseguito dai carabinieri. Marco Furlan era già lontano da un pezzo. Lo aveva detto, mentre soggiornava in quel paese, tra un giro in bicicletta e l'altro: «Io in carcere non ci torno più». Ma non è detto che «Ludwig» non venga smentito. Giuliano Marchesini Sarebbe stato il gruppo neonazista a farlo espatriare con documenti falsi A sinistra Marco Furlan, condannato a 27 anni per 10 dei 15 delitti di «Ludwig», a destra è con Wolfgang Abel durante il processo