II brivido finale è firmato da Perot

II brivido finale è firmato da Perot Nei sondaggi Clinton resta nettamente in testa, i bookmaker danno il Presidente 8 a 1 II brivido finale è firmato da Perot In molti Stati decisivi i sostenitori del miliardario WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Questa notte si conoscerà il nome del penultimo Presidente degli Stati Uniti prima della fine del secolo, il quarantaduesimo. Dall'Atlantico al Pacifico, dai Grandi Laghi del Nord fino al Golfo del Texas, gli americani stanno già girando le classiche levette che forniranno il verdetto conclusivo su una campagna elettorale, che, nata stanca, si è via via accesa fino a diventare rovente. Gli ultimi seggi sulla West Coast chiuderanno quando in Italia saranno le 5 del mattino di domani. Non si sa quanti americani voteranno. Qualcuno prevede un afflusso sensibilmente superiore a quello di 4 anni fa, quando la percentuale di affluenza andò di poco oltre al 50%. La cifra ufficiale fu 50,2%. La Gallup ipotizza un 55%, calcolando un accresciuto afflusso di giovani al primo voto, una categoria che ha ormai battuto i neri come percentuale di assenteismo. Altri sono scettici. Il dato, naturalmente, influirà sul risultato. L'equazione accettata è: più giovani alle urne, più voti al candidato democratico. Solo un anno fa, la riconferma di George Bush alla Casa Bianca appariva talmente scontata da far pronosticare a tutti delle elezioni noiose. Ma, forse, questa notte l'aristocratico del New England passerà alla storia come uno degli unici 4 Presidenti a cui, in questo secolo, è stato negato un secondo termine. Un anno fa, nessun democratico di rango volle caricarsi sulle spalle la croce di correre per perdere. E così Bill Clinton, l'oscuro governatore di uno dei due Stati più miserabili del Paese, l'Arkansas, sarà forse salutato stanotte come «il nuovo Kennedy», dopo che la sua candidatura, solo pochi mesi fa, sembrava compromessa in partenza da un certo numero di scandali e la metà degli elettori democratici diceva di non appoggiarla. Dopo tante sorprese, non se ne può escludere un'altra, ultima e clamorosa. Ma le scommesse sono quasi tutte per Clinton, comprese quelle dei «bookmaker», che lo quotano 1 a 8, mentre pagheranno Bush 4 a 1. Dieci dollari sul Presidente uscente possono farne guadagnare 40, mentre la stessa cifra su Clinton appena un dollaro e un quarto. Gli ultimi sondaggi danno a Bush poche speranze. Il rilevamento Gallup per «Cnn» e «UsaToday», lo stesso che nei giorni scorsi aveva indicato una sostanziale parità, ha segnalato ieri un vantaggio di 8 punti per Clinton, che salgono a 12 attribuendo ai due candidati le proiezioni sull'orientamento degli elettori indecisi. Il sondaggio «Abc» mantiene, però, un verdetto di quasi parità, perché il distacco di 5 punti di cui gode Clinton resta all'interno del margine di possibile errore, che è del 3%. Ma i dati dei rilevamenti, proiettati sugli Stati, continuano a suonare a morto per Bush. Secondo la Gallup, Clinton ha ormai un «forte controllo» su 223 dei 270 voti elettorali necessari, mentre 93 inclinano verso di lui e 153 sono alla portata di entrambi i candidati. Un sondaggio del «Washington Post» ha segnalato un netto vantaggio di Clinton in 16 Stati più il District of Columbia. Così gli mancherebbero solo 43 voti per arrivare a quota 270. Potrebbe facilmente trovarli nei 15 Stati, dotati di 112 voti elettorali, che propendono per lui. Ma il quotidiano della capitale ha avvertito che spostamenti rilevanti dei sostenitori di Perot a favore di uno degli altri due candidati potrebbero agevolmente produrre un rovesciamento di posizioni in almeno 25 Stati. Un margine di incertezza, quindi, rimarrà fino alla fine. Un segno, comunque, della predominanza di Clinton è il violentissimo attacco mossogli domenica notte da Perot, finora più incline a bastonare Bush. Perot ha elencato 23 categorie in cui lo Stato di Clinton è ultimo nelle classifiche nazionali. «Se vince lui dovremo tutti spennare polli per vivere», ha detto alludendo alla principale attività economica dell'Arkansas. L'ormai afono Clinton ha comunicato ieri con gli elettori soprattutto attraverso la moglie e il sassofono. Ha concluso in nottata una maratona di 29 ore e 4000 miglia per otto Stati. Ma ha cercato di dare il meglio di sé nel Midwest, decisivo campo di battaglia, dove si è concentrato anche Bush prima di recarsi a Houston, Texas, per (d'ultimo hurrah» davanti agli elettori dello Stato in cui ha la residenza fiscale. Per lui è stata comunque l'ultima campagna. Paolo Passarmi

Luoghi citati: Arkansas, Columbia, Italia, Stati Uniti, Texas, Washington