Sui titoli di Stato le tangenti della paura di Mario Salvatorelli

Sui titoli di Stato le tangenti della paura r I NOSTRI SOLDI -"I Sui titoli di Stato le tangenti della paura 44 I L successo, particoJL. larmente clamoro so, relativo all'offerta dei Bot di cui parla oggi (la lettera ha la data del 12 ottobre scorso, n.d.r.), non è poi tanto clamoroso se leggo che è stato ottenuto grazie a tassi astronomici, come rileva alla stessa pagina un altro articolo. Circa, poi, l'illimitata fiducia che lei ripone nei titoli di Stato, pare non essere condivisa da quel suo collega, se è vero, com'egli scrive, che siamo in una situazione che, ad evidenza, non è sostenibile non solo nel lungo periodo, ma nemmeno per qualche settimana». Il lettore Tullio Manfredi, di Piossasco (Torino), forse sarebbe stato meno critico nei miei confronti se avesse atteso la controprova del successo che si è avuta con l'asta di martedì 27, e non a tassi «astronomici», ma a tassi inferiori, in media di ben 3 punti, a quelli incriminati. Controprova, inoltre, dalla quale si potrebbe addirittura concludere che «la situazione non sostenibile nemmeno per qualche settimana» è già stata superata, cosa che, ovviamente, non si può affermare. Caro lettore, la polemica, se mantenuta in termini corretti, richiede che le citazioni siano esatte, anche nel contesto. Il 12 ottobre io scrivevo che «l'offerta massiccia di Bot ha avuto un successo particolarmente clamoroso perché interpretato, e giustamente, come la ferma risposta del risparmio alla dissennata propaganda della Lega contro i titoli di Stato». Dalla frase, riportata per intero, appare chiaro che l'aggettivo «clamoroso» si riferisce alla «ferma risposta», e non all'asta, direttamente, nei suoi aspetti tecnici. Quanto a questi ultirrn, e in particolare ai «tassi astronomici», direi che il successo (veramente «clamoroso», anche riferito all'asta) dell'offerta di Bot del 27 ottobre mi permette di ribadire che, in questi casi, i tassi non hanno quell'importanza determinante che gli si vuole attribuire. Basti pensare che, nell'ultima asta, sono stati richiesti Bot per un valore più che doppio dell'asta precedente (62.561 miliardi di lire contro 27.785), nonostante i tassi fossero inferiori di 3 punti. Il fatto stesso che nelle settimane a cavallo tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre ci sia stata una sorta di «Marcialonga» degl'italiani verso gl'investimenti all'estero (cambio della lira compreso) in marchi tedeschi, franchi svizzeri e francesi, a condizioni veramente di strozzinaggio, dimostra che, quando c'è la paura di perdere i nostri soldi, non c'è tasso, anche se astronomico, che valga. (E, a questo proposito, I sarebbe interessante conoI scere a quante centinaia, mi- gliaia di miliardi di lire sono ammontate quelle vere e proprie «tangenti della paura» che, grazie ai profeti del crollo della lira e del consolidamento dei titoli di Stato, i risparmiatori italiani hanno versato, nelle loro operazioni in marchi tedeschi, in franchi svizzeri, anche in ecu, rispettivamente pagati, ai primi di ottobre, ben oltre le 900 e le 1000 lire e, per l'ecu, le 1800 circa (contro le 855, le 957 e le 1678 del 30 ottobre). Certo, con qualche punto d'interesse in più si possono trattenere i dubbiosi, ma è altrettanto certo che, se torna la fiducia, si possono collocare titoli anche con qualche punto in meno di rendimento. E' anche questo il motivo per cui, al di là delle convinzioni personali, ritengo che un po' di ottimismo non guasti, a patto, naturalmente, che fiducia e ottimismo abbiano altrettanta, se non più, ragion, d'essere, del pessimismo. Caro lettore, quella «illimitata fiducia» che, con palese ironia, mi attribuisce, a prescindere dal fatto che abbia o non abbia limiti, si nutre anche di quel po' di patriottismo che, a mio giudizio, dovrebb' essere più diffuso e che non ha nulla in comune con il fatto di aver l'anello attaccato al naso, tanto meno (e con questo rispondo al lettore di Alba, che vuol essere indicato solo con G. D. G.) con la «compiacenza per il Palazzo». Il Governatore della Banca d'Italia, in fondo, si trova su questa linea quando afferma, come l'altro giorno al congresso degli operatori degli uffici titoli delle banche: «In un'economia in cui, per la prima volta, è stata data a tutti i cittadini la facoltà piena e totale di trasferire fondi all'estero e d'investire il proprio risparmio in qualsivoglia attività finanziaria; in un'economia in cui il debito pubblico ha dimensione e grado di liquidità elevati; in un'economia siffatta la salvaguardia del risparmio e la fiducia nella capacità dello Stato di saper amministrare le proprie finanze costituiscono il presupposto di ogni azione di risanamento, e dello stessso ordinato funzionamento dei mercati finanziari e valutari». Riconoscimento e fiducia che Carlo A. Ciampi ha riconfermato solennemente alla celebrazione della «Giornata del Risparmio» in Campidoglio, come il- nostro giornale ha riferito ampiamente ieri. Mario Salvatorelli elli |

Persone citate: Carlo A. Ciampi, Tullio Manfredi

Luoghi citati: Alba, Piossasco, Torino