Dopo il dramma, le polemiche

Dopo il dramma, le polemiche Dopo il dramma, le polemiche Troppo cemento lungo gli argini e scelte urbanistiche sbagliate FIRENZE. Leggi anacronistiche, conflitti di competenze, scelte urbanistiche sbagliate in una regione «ad alto rischio idraulico». Mentre Firenze e la Toscana cercano di uscire dall'ultima emergenza-maltempo, è già esplosa la polemica sulle responsabilità e sui primi soccorsi. La mancanza di un preallarme per i fiorentini, al momento degli straripamenti dei torrenti Mugnone e Terzolle, «è facilmente spiegabile, visto che questi corsi d'acqua - ha detto il vice prefetto di Firenze Paolo Padoin - possono raggiungere il livello di tracimazione in meno di un'ora. Non c'è il tempo per avvertire la popolazione e, in ogni caso, le inondazioni a Firenze sono state provocate più dall'incuria che dalle piene». «E' vero che non è chiaro chi abbia la competenza sulla manutenzione di questi torrenti, ma non sarebbe male se i cittadini che li usano come discariche improprie, facessero un esame di coscienza». Da parte sua, il prefetto Mario Jovine ha voluto sottolineare «la presenza dello Stato in queste ore drammatiche», mentre Giorgio Federigi, ordinario della facoltà di ingegneria di Firenze, ha ricordato che «sono più di cento i ponti che vanno verificati da un punto di vista strutturale». Un altro punto ora controverso è la mancanza di una rete di rilevamento sui corsi d'acqua minori: «Per l'Arno - ha spiegato Padoin - non ci sono problemi, sappiamo con 6/7 ore di anticipo che cosa succederà. A Poggio a Caiano, però, il problema non è stata la tracimazione dell'Ombrone, ma il fatto che la piena ha rotto uno degli argini». Problemi sono poi sorti nel rapporto tra la sala operativa della protezione civile e i sindaci dei 20 Comuni interessati all'emergenza nella provincia di Firenze. Ieri, la prefettura ha inviato un telegramma ai sindaci per indicare loro un modello per richieste di aiuto. Molte sono state le prese di posizione contro la legislazione sui corsi d'acqua, che risale a un decreto del 1904 che affidava la manutenzione «alla cura del consorzio degli interessati». I consorzi, tuttavia, non sono mai stati operativi e, in compenso, anche se i consorzi fossero nati, la legge 183 dell'89 li ha soppressi. Il sindaco Giorgio Morales ha definito «anacronistica» questa situazione. «La Regione ha cercato di supplire alle esigenze di manutenzione dei torrenti nei limiti dei pochi fondi disponibili», si è giustificato l'assessore regionale all'ambiente Eliana Monarca, che ha ricevuto un avviso di garanzia per inondazione colposa in seguito alla tracimazione del torrente Freddana del 9 giugno scorso. Grazia Asta, della Lega Ambiente di Firenze, ha sottolineato che il capoluogo toscano è stato per milioni di anni un lago e un lago «torna a essere non appena ce lo dimentichiamo, nonostante tonnellate di cemento e asfalto». [Ansa] Il sindaco di Firenze Giorgio Morales

Persone citate: Eliana Monarca, Giorgio Federigi, Giorgio Morales, Mario Jovine, Padoin, Paolo Padoin

Luoghi citati: Firenze, Poggio A Caiano, Toscana