«Bloccate Domenica In, o boicottiamo la Rai» di Maurizio TropeanoUgo Gregoretti

«Bloccate Domenica In, o boicottiamo la Rai» La Lega: è un programma da ignoranti, con i giochini tra Nord e Sud vuole criminalizzare il federalismo «Bloccate Domenica In, o boicottiamo la Rai» Scaglione, senatore e regista: potremmo decidere di non pagare più il canone «Gregorelti scherza sulle tangenti, ma purtroppo le mazzette sono una cosa sena» ROMA. Fermate Domenica In. Altrimenti, al Nord, lo sciopero del canone diventerà realtà. La Lega nord si scaglia contro la trasmissione condotta da Alba Parietti e Toto Cutugno e chiede ai ministri delle Poste, Pagani, e della Giustizia, Martelli, di «prendere' provvedimenti urgenti data la rilevanza dell'impatto di Rai Uno sulla cultura del Paese e data la situazione disperata delle sue finanze». Un atto di sfida. E' un'accusa contenuta nell'interrogazione del senatore Massimo Scaglione, capogruppo leghista nella commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Domenica In viene definita «risposta politica alle istanze di federalismo con la chiara intenzione di arrecare danno all'immagine del nostro movimento». E Scaglione, regista con 37 anni d'anzianità in Rai. non è tenero neanche con i conduttori: «L'ignoranza e la faziosità di questi personaggi è il tentativo di fomentare una rivalità Nord-Sud a base di giochini con il coinvolgimento anche di bimbi». Senatore perché tanta rabbia? «Si vuole criminalizzare un'idea politica, il federalismo, nel tentativo di mantenere un'azienda obsoleta e faziosa che possa garantire a questi pseudo artisti, guadagni ingenti rispetto a chi lavora onestamente». Ma che cosa fanno di male la Parietti e Cutugno? «Una trasmissione faziosa e volgare. Ed è incredibile che l'azienda compia uno sforzo produttivo così grande per una trasmissione con contenuti fortemente immorali». Quali sarebbero questi contenuti immorali? «C'è una signora come la Parietti che dice "c'è qualcuno che vuole dividere l'Italia, noi invece l'uniamo". Poi il programma invece di essere un inno all'u¬ nità d'Italia, che comunque sarebbe fuori posto in questo momento, non fa altro che accentuare il contrasto Nord-Sud mascherato da un generale "volemose bbene"». Tutto qui? «No, poi c'è un gioco, Tangentopoli, condotto da Ugo Gregoretti, uno che si è definito un comunista raccomandato dalla de. Non mi sembra un buon biglietto da visita e poi le tangenti sono una cosa molto grave, che c'entra il gioco in tv?». Che cosa propone, di sopprimere «Domenica In»? «Se non chiuderla, almeno modificarla. Un argomento serio come il federalismo non può venir sporcato, strumentalizzato in questo modo». Ma questa non è censura politica sui programmi tv? «No. Siamo un movimento giovane che vuole solo cambiare comportamenti che non vanno bene. Vogliamo che alla Rai tutto funzioni con trasparenza, senza sprechi e contratti astronomica). E se «Domenica In» dovesse proseguire? «C'è sempre il canone. Potremmo anche dire alla gente di chiudere il rubinetto. I signori della Rai ci pensino: il canone è pagato per la maggior parte dal Nord, proprio da coloro che vengono accusati di voler dividere questo Paese». Ha ragione la Lega? A difendere Domenica In è uno degli autori della trasmissione, Ugo Gregoretti: «Il contenuto dell'interrogazione è talemente demenziale che non vale la pena di perdere tempo. Scaglione è uno spettatore e può giudicare come crede qualsiasi cosa: ne ha pieno diritto. Certo non vorrei che dietro tutto ci fosse del livore personale. Scaglione ha sempre cercato di estendere il proprio potere "artistico" in Rai in tutte le direzioni. Evidentemente questa della commissione di vigilanza è l'ultima tappa. Mi domando dove vuole arrivare: forse a dirigere la Rai». Maurizio Tropeano canone cosa sena» A lato: Massimo Scaglione Più a sinistra: Ugo Gregoretti

Luoghi citati: Italia, Roma