Lo sprint finale di Clinton

Lo sprint finale di Clinton a 48 ore dal voto si ferma la rincorsa del Presidente, il risultato pare scontato Lo sprint finale di Clinton Lo sfidante ha di nuovo 7punti di vantaggio WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il recupero di George Bush sembra essersi arrestato e, anzi, il margine di vantaggio di Bill Clinton si sta di nuovo allargando. Il rilevamento quotidiano della Gallup per «CNN» e «UsaToday» ha segnalato ieri che il candidato democratico, con il 43%, gode di sette lunghezze di vantaggio sul presidente uscente. Si tratta dello stesso sondaggio tra gli «elettori probabili» che, nei giorni scorsi, aveva collocato Bush e Clinton in sostanziale parità. A 48 ore dal voto, Bush sembra di nuovo condannato, anche perché il conto dei voti elettorali Stato per Stato' continua a essere per lui nettamente sfavorevole. Se domani gli elettori lo confermassero alla Casa Bianca, sarebbe, a questo punto, molto più di una sorpresa. Clinton, a causa dei comizi, è rimasto completamente senza voce, ma è abbondantemente provvisto di speranze. Non sono individuabili le cause precise di queste fluttuazioni, se non un fisiologico aggiustamento del tiro da parte degli elettori a mano a mano che si avvicina l'ora dell'apertura dei seggi. E' più che improbabile, per esempio, che possano avere influito sullo spostamento le accuse di Clinton a Bush di aver mentito sul suo grado di coinvolgimento nella vicenda Iran- Contra. Si tratta di una vicenda lontana e complicata, che il grosso dell'elettorato fatica a comprendere. Tanto è vero che la storia era ieri quasi completamente scomparsa dalle pagine dei giornali, anche se è servita a Clinton per mettersi un po' al riparo dagli attacchi repubblicani alla sua inaffidabilità. L'opinione pubblica sembra essere spinta da correnti molto più profonde. Un sondaggio «CBS», pubblicato ieri dal «New York Times», attribuisce a Clinton nove punti di vantaggio su Bush. Si tratta di un rilevamento effettuato con metodologie diverse dal Gallup e che ha sempre fornito uno scarto più ampio tra i due candidati. Disaggregandone i dati, emerge che, tra gli elettori interpellati, la percentuale di elettori repubblicani fedeli è solo del 69%. Dalla fine della guerra mondiale a oggi, gli elettori repubblicani sono sempre stati più fedeli al loro candidato di quelli democratici, e in notevole misura. Con la sola eccezione del '64, quando Lyndon Johnson travolse Barry Goldwater e solo l'80% dei repubblicani votò il proprio candidato, il «tasso di fedeltà» è sempre stato attorno al 90% o superiore. Le interpretazioni possibili sono due: o il sondaggio fotografa una situazione provvisoria destinata a cambiare radicalmente nelle ultime ore (e in questo caso Bush potrebbe davvero sperare in una sorpresa finale), oppure sta per verificarsi uno dei più grossi spostamenti mai avvenuti nella storia elettorale Usa. In pratica, il blocco repubblicano potrebbe subire una disgregazione di portata storica e quello democratico una riaggregazione paragonabile a quella avvenuta ai tempi di Roosevelt. Dopo 12 anni di reaganismo, gli ultimi quattro con Bush, e dopo 24 anni di controllo repubblicano della Casa Bianca, con la sola sfortunata eccezione di Carter tra il '76 e 1"80, un risultato come quello annunciato dai sondaggi, se si verificasse, segnalerebbe un cambio d'epoca. I due candidati si sono concentrati anche ieri sugli Stati del Mid West che, se Bush riuscirà a conquistare Texas e Florida (e non è ancora scontato), possono fare la differenza. Si tratta di un bottino di 112 voti elettorali, pochi dei quali sembrano già completamente aggiudicati. Bush deve incamerarli quasi tutti, mentre a Clinton basta incassarne un terzo. Ma Bush non è al comando in nessuno di essi. Nel frattempo, il presidente uscente dovrebbe riuscire anche a espugnare qualche Stato industriale dell'Est, e riportare all'ovile alcuni Stati del Sud, tradizionalmente repubblicani ma, questa volta, pericolosamente barcollanti. Paolo Passarmi Propòste del Partito Repubblicano ■ Promette di ridu rre le imposte soprattutto quelle che gravano sulle Grandi Società"e di decurtare la spesa pubblica. Economia Proposte del Partito Democratico ■ Prospetta l'aumento delle imposte per i più abbienti. La spesa pubblica deve investire d Garant'sce un leader di esperienza per ffW^ilEifiHf ■ Propone di rivedere la politica estera di affrontare i problemi. Washington. Aiuto alle nuove democrazie. ■ Contrario all'aborto e difesa delta vita come fWE23S|S H No restnzione del problema dell'aborto e diritto inalienabile deila Ccstituzione. flgwstroB propone una nuova legge nazionale per BfifejTO&A 1 proteggerequesto diritto. "•.'■^^S^"^^^^^^ ■ Propone la preghiera nelle scuole Kgjnfg-EjnRjfl ■ Auspica una riforma globale del sistema pubbiiche e un sistema sanitano che rimanga ff§=p=59Bnli scolastico, copertura sanitaria per i 60 milioni neil'ambitodella legge. " |HI jj di nordamericani che non ne usufruiscono. ■ Prospetta di ridurre la spesa per la Difesa a SfflBElS 1 ■ Si oppone ai programmi militari e sostiene 50.000 milioni di dollari tino a tutto ill 997. fij 1 che la spesa per la difesa si puo ridurre fino a MTuuuuuujH 100.000 milioni di dollnri. ■ Ritiene che gll 800.000 milioni di doilari BEiffiS3 I ■ Appoggia le conclusioni della Conferenza di spesi per la prote2ione dell'ambiente siano MH| j Rio. Intervento immediato per fermare il sufficient! B«l J riscaldamento della Terra eil bucodell'ozono. ■ Gli ultimi dieci anni hanno coinciso con il Mtt&tfflffllEnEM h Deve accettare I'evoluzione dei tempi e trionfo della filosofia conservatrice sia negli BHTvTvtH riconoscere che I'elettorato non vuole grandi Usa che in tutto iimondo. ■Em5£l2 spese nei programmi scciali.

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