La barca a vela una gran medicina

La barca a vela una gran medicinaUn convegno su «Mare ed handicap» La barca a vela una gran medicina «A 18 anni ho dovuto rinunciare alla motocicletta per una grave paralisi alle gambe. Il mondo mi era crollato addosso, poi ho capito che era inutile affliggersi stando su una carrozzella. Mi sono dato da fare: ora partecipo a gare di vela internazionali». Marco Turbiglio 37 anni, è uno dei relatori del convegno «Handicap e mare» organizzato dalla Lega Navale di Torino che si è svolto al Centro Incontri della Cassa di Risparmio. Turbiglio ha girato il mondo in crociera su un veliero e in regata con la sua piccola barca a vela, un 2.4, derivata dalla stessa categoria della mitica Azzurra e ridotta in scala. Con questa barca su cui vele e timone si governano a pedali, i disabili possono gareggiare alla pari con gli altri. «E' l'unica disciplina sportiva che non ci fa sentire diversi. Da anni cerco di promuovere questo tipo di barca nei circoli velici affinchè vengano organizzati corsi e regate, non solo per disabili: a Genova e a Ravenna esistono già. Il mare è una grande medicina, poterlo in qualche modo «do¬ minare» anche su una minuscola barca a vela come la mia è una sensazione stupenda. C'è un ragazzo ad Alassio che per anni è stato chiuso in casa perchè si vergognava di essere disabile. Da quando ha imparato ad andare in barca esce in mare tutti i giorni: ora sa che essere handicappati è una questione di cervello, di volontà. Il vero handicap è quando ti convinci che non puoi fare niente». Al convegno, durante il quale sono stati proiettati alcuni documentari, sono intervenuti anche Gino Lapucci presidente della HSA (Handicap Scuba Association Italia), unico istruttore sub disabile in Italia: «La cosa peggiore per quelli come noi sono Te barriere innalzate dalla società. E quando si fanno iniziative per i disabili, spesso lo si fa a scopo di intrattenimento. Sul mare o sotto, i clisabili possono sentirsi alla pari. Io, per esempio, ho trovato anche uno sbocco professionale, come istruttore, e in Italia almeno 80 disabili hanno preso il brevetto per immergersi». [i. cab. 1

Persone citate: Gino Lapucci, Turbiglio

Luoghi citati: Alassio, Genova, Italia, Ravenna, Torino