Per le castagne è tempo di rivincita

Per le castagne è tempo di rivincita Dopo trent'anni di calo rovinoso la produzione più scelta è in ripresa Per le castagne è tempo di rivincita Da «pane dei poveri» a raffinatezza di élite TORINO.Un segno della profonda crisi dell'agricoltura italiana viene dal dechno di quelle produzioni in cui eravamo maestri, ad esempio la castagna. Circa ottant'anni fa nel nostro Paese si producevano 6 milioni e mezzo di quintali di castagne l'anno. Oggi l'Italia è diventata un forte importatore, anche se negli ultimi due anni - spiega Giuseppe Bassi, della Piemonte Asprofrut - c'è stata una lieve ripresa. Prima causa di questa situazione è stata la riduzione della popolazione montana, poi il miglior tenore di vita delle popolazioni e, ancora, lo sviluppo di malattie crittogamiche. «In pratica, a partire dagli Anni Cinquanta, la castagna, il cosiddetto "pane dei poveri" - afferma l'assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, Emilio Lombardi -, ha subito una progressiva riduzione dei consumi fino al punto di essere quasi totalmente dimenticata». Il fenomeno ha in¬ teressato anche il Piemonte dove si è passati da 565 mila quintali all'inizio del Novecento, ai 95 mila dello scorso anno. Tuttavia, dopo quasi trent'anni di abbandono, ci si è accorti del ruolo importante che il castagno può svolgere in montagna e alta collina, spiega Emilio Lombardi. E si può due che non tutto il male vien per nuocere. Nella fase di ridimensionamento del consumo, la castagna è infatti passata da prodotto di massa a prodotto di élite. E poi si è capito che i castagni hanno un ruolo insostituibile nell'assetto del territorio montano, senza contare l'utilizzo del legno. Per tutte queste considerazioni, a partire dagli Anni Ottanta, la castanicoltura ha avuto im netto risveglio che si è manifestato in alcune iniziative, tra cui, in Piemonte, il risanamento e il recupero dei vecchi castagneti, l'introduzione di nuove cultivar e degli ibridi euro-giap¬ ponesi, la valorizzazione della produzione di pregio, l'utilizzo di piante con radici micorrizate per la funghicoltura. A tutte queste iniziative, in Piemonte, hanno collaborato l'assessorato all'Agricoltura, l'Istituto di coltivazioni arboree dell'Università di Torino, il Dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze, la Piemonte Asprofrut, le Camere di commercio, le amministrazioni provinciali, le Comunità montane e altri. Per effetto di queste attività si sono avute parecchie conseguenze positive, con soddisfazione anche per i produttori. Oggi i prezzi si aggirano in media (alla raccolta) sulle 1200-1500 lire il chilo per le castagne comuni, 18002.000 le pregiate, da 3000 a 3500 per i marroni e da 2500 a 3500 per gli ibridi giapponesi. Gianni Stornello

Persone citate: Emilio Lombardi, Gianni Stornello, Giuseppe Bassi

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Piemonte Asprofrut, Torino