L'eccedenza cerca impiego

L'eccedenza cerca impiego Molte soluzioni alternative, ma l'industria deve essere disponibile L'eccedenza cerca impiego s ULLE eccedenze di cereali, nonché della barbabietola da zucchero nei Paesi Cee sono stati detti e scritti fiumi di parole. Diversi istituti di ricerca sono impegnati, con finanziamenti del ministero dell'Agricoltura e Foreste che ha organizzato un apposito progetto finalizzato di ricerca, a verificare la fattibilità tecnica ed economica della produzione di amido, biodiesel, bio-oli, fibre da cellulosa o tessile. Molte sono le aspettative ma poche le certezze e solo a breve e medio termine. Limitiamo per ora il commento alle prospettive delle colture da amido e da fibra che sembrano le più promettenti per questo periodo. Attualmente nella Cee sono utilizzate 2 milioni di tonnellate di amido, 1.300.000 tonnellate di fibre di cotone e 110.000 tonnellate di fibra di lino. L'amido potrebbe interessare le industrie alimentari, farmaceutiche e soprattutto cartarie mentre particolarmente interessante sembra il suo impiego nella formulazione di plastiche biodegradabili in alternativa a quelle derivate dal petrolio. Si prevede che nel 2000 l'industria chimica europea ne consumerà 2,6 milioni di tonnellate. Particolare attenzione dovrà essere rivolta al sorgo, che attualmente per diversi motivi non ha trovato nel nostro Paese una giusta estensione e collocazione della produzione, al mais ed a nuove varietà di patata. Per la produzione di fibra e cellulosa oltre ai noti canapa e lino promettente è l'ibisco, noto con il nome di kenaf, molto più produttivo dei primi e soprattutto il sorgo da cellulosa. Il kenaf fornisce un'ottima fibra, per questa pianta deve essere messo a punto il cantiere di raccolta e soprattutto le modalità di essiccazione in campo della biomassa di cui ne può produrre fino a 150 quintali ad ettaro. Il sorgo da cellulosa può produrre in coltura irrigua anche più biomassa del kenaf, ma non si potrà coltivare nelle zone ventose in quanto la sua altezza, di oltre tre metri, lo predispone all'allettamento delle piante. Nelle zone meridionali sembra che possa occupare una certa quota di superficie anche il cotone, soprattutto dopo il reperimento di alcuni defoglianti che ne favoriscono la raccolta a macchina e ne accelerano un po' anche la maturazione. Certamente queste piante non avranno settori di mercato molto ampi, ma ognuna può contribuire a fornire una soluzione parziale al problema delle eccedenze produttive delle pinate alimentari. Resta infine il dubbio sul vero interesse e sulle disponibilità delle industrie di trasformazione ad utilizzare queste produzioni agricole. Gino Covarelli

Persone citate: Gino Covarelli