Il mostro di Loch Ness ha battuto un colpo

Il mostro di Loch Ness ha battuto un colpo Una spedizione avallata dal Museo di storia naturale ha trovato un indizio su «Nessie» Il mostro di Loch Ness ha battuto un colpo // sonar registra un grande oggetto mobile in fondo al lago scozzese S— LONDRA I' c'è qualcosa che si muove laggiù in fondo al lago. La prima ricerca davvero scientifica sul Loch Ness ha dato una vaga conferma alla leggenda del mostro. I fan del serpentone gioiscono perché finalmente un sonar ha registrato «per due minuti un grande oggetto, non identificato e mobile» fra le acque scure del lago scozzese. I risultati sono stati presentati mercoledì nella sala delle carte della prestigiosa Royal Geographical Society. Un altro piccolo tassello agli avvistamenti mostruosi che si susseguono da 1400 anni. L'ultima spedizione scientifica, una pattuglia di ventiquattro motoscafi, centocinquanta volontari, partiti nell'87 alla caccia del dinosauro, guidati dal naturalista Adrian Shine, aveva colto tre segnali all'ecoscandaglio, non riuscendo però a stabilire un bel nulla. Il progetto Urquart patrocinato dalla Simrad (una compagnia di sonar), appoggiato dal Museo di storia naturale di Londra e dall'Associazione britannica di biologia acquatica, ha portato Loch Ness, con la sua aura, nel tempio londinese della geografia. Un avallo importante, dopo le congetture della parascienza. La Royal Geographic So¬ ciety, fondata nel 1853 (incorporò poi l'African Association nata nel 1788), contiene infatti cimeli di altre leggendarie esplorazioni, dagli stivali di Stanley alle carte di Hillary per la conquista dell'Everest, ai cerini usati da Scott nell'orrore dei ghiacci polari. La fama di «Nessie» è stata questa volta corteggiata dall'elettronica. Il sonar della spedizione naturalistica ha intercettato qualcosa. Nicholas Wit- cheli, giornalista della Bbc, coordinatore del progetto, si è mostrato salomonico nei confronti del mistero. «Ciò che abbiamo visto sul monitor poteva essere un banco di pesci», ha detto. Si è premurato, però, di chiarire subito che nel lago scozzese non ci sono banchi di pesci. Scappatoia razionalistica: potrebbe essere una massa di bollicine emanate da profonde correnti sotterranee. E il mostro? «Chissà, anche se è difficile pensare che un animale solitario sia sopravvissuto nel corso dei secoli». Alla leggenda del biscione si è aggiunto un piccolo mistero tutto umano. Sul fondo del lago sono stati rintracciati inquietanti pezzi metallici. Dovrebbero essere resti di esperimenti militari segreti realizzati durante la seconda guerra mondiale. In mezzo a tante stranezze, una certezza è stata fornita dalla spedizione. La profondità massima del lago è oggi di 240 metri, 22 metri in più di quanto aveva misurato nel 1903 Sir John Murray: l'aristocratico geografo (morto ammazzato nel ' 14, per errore, in Scozia) lo aveva scandagliato con la classica e primordiale corda munita di una sfera di piombo. Il professor Curds, biologo, tra gli organizzatori dell'odierna missione, si è mostrato mol • to soddisfatto delle ricerche. Sono stati prelevati numerosi campioni d'acqua e resti di animali, che possono permettere la ricostruzione dei primi anelli della ricca catena alimentare di questo strano «loch», profondo, che riceve acqua solo da canali sotterranei. Nel corso del tempo ci sono stati parecchi avvistamenti del mostro, ovviamente mai suffragati da prove. Personaggi stravaganti e cialtroni in cerca di gloria si sono cimentati nella sua caccia (persino la Nasa e la Raf), anche se esiste una legge del '38 che proibisce di «molestarlo». Hanno usato sottomarini, aerei, barche, strumenti raffinati. Sono state prodotte molte prove orali, ci sono discusse fotografìe; poco tempo fa un videoamatore ha realizzato un suggestivo Filmato. La prima notizia del timido «Nessie» risale al 565, in uno scritto dell'abate Adamnano di Iona sulla vita di San Colombano. L'asceta irlandese un giorno si fermò presso il Loch Ness, per annunciare il Vangelo alle tribù dei Pitti che abitavano la zona. Mentre predicava le virtù dell'unico Dio ai rudi clan di pagani scozzesi, vide una gigantesca gobba emergere dall'acqua. Gli ascoltatori scapparono in preda al panico, ma il santo, forte della sua religione, avanzò verso la creatura, intimandole un «Vade retro». Dice la leggenda agiografica che il mostro si rituffò nel lago e i rudi Pitti, naturalmente, si convertirono. Non sapeva, allora, San Colombano, che quel giorno era nata anche un'altra fede: quella altrettanto imperitura dei seguaci di Nessie. Bruno Ventavnli «Forse abbiamo solo intercettato un branco di pesci: anche se non risulta che ce ne siano» Realtà o montatura? «Nessie», il mostro di Lodi Ness, in una fotografia scattata da un amatore che ne documenterebbe l'esistenza

Persone citate: Adrian Shine, African, Bruno Ventavnli, Iona, John Murray, Nicholas Wit, Raf

Luoghi citati: Lodi Ness, Londra, San Colombano, Scozia