«Una truffa la legge antifumo»

«Una truffa la legge antifumo» Ambientalisti e consumatori contro il progetto De Lorenzo: aiuta le multinazionali del tabacco «Una truffa la legge antifumo» Troppe scappatoie annullano i divieti ROMA. «Il ministro De Lorenzo ha gettato un bel po' di fumo negli occhi degli italiani, con un'operazione gravissima, che favorisce le multinazionali del tabacco. Quel disegno di legge aumenterà i luoghi in cui la sigaretta ò permessa». L'atto d'accusa è firmato dal Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei consumatori. Ma c'è di più: l'associazione ha pure presentato alla procura della Repubblica di Roma una denuncia per «abuso della credulità popolare» contro il ministero della Sanità, per «aver trasmesso notizie fuorivianti». E neppure Bologna e Empoli, città che da tempo conducono una crociata contro il fumo nei luoghi pubblici, sono troppo convinte dell'iniziativa del governo. «Del disegno di legge non mi fido. Noi andremo avanti per la nostra strada» ammonisce Mauro Moruzzi, assessore alla Sanità di Bologna. E aggiunge: «Per cantare vittoria bisogna che questa legge sia approvata. Chi ci garantisce che non si arenerà nelle sabbie del Parlamento? Sarebbe stato meglio puntare sul decreto». Che cosa c'è nel disegno che non piace ai nemici della sigaretta? E' il Codacons a precisarlo: «Il disegno prevede l'obbligo di riservare in ospedali, ospizi, luoghi di lavoro pubblici e privati "appositi locali per i fumatori". Che vuol dire: fino a quando queste strutture non si saranno adeguate alla nuova mormativa rimarranno "zone franche" per fumatori». Soprattutto negli edifici pubblici, la sigaretta bandita si annuncia una chimera. «Perché scatti il divieto - precisa il Codacons - dovranno essere attrezzaci in tutti gli uffici spazi riservati ai fumatori, con condizionatori d'aria. Un progetto che, tradotto in lire, vuol dire una spesa di mille miliardi. Troppi, per uno Stato già pieno di debiti». Non solo. Se la nuova legge sarà approvata dal Parlamento, si tornerà a fumare anche in quei locali che avevano imposto il «disco rosso» alle sigarette: cinema, sale da ballo, stazioni, musei. In effetti, il disegno di De Lorenzo impone il divieto assoluto di fumo soltanto in scuole e università, su autobus e taxi, nei voli di durata inferiore alle due ore e nei corridoi dei treni. E, sorpresa, anche sulle auto blu. Discorso diverso per le altre strutture. Cinema e biblioteche, discoteche e pinacoteche, supermercati e ristoranti avranno due possibilità per superare il divieto: riservare «appositi locali» ai fumatori oppure installare impianti che assicurino il ricambio di aria. D'altronde, nel presentare il disegno, il ministro era stato cauto, almeno nelle parole: «La mia preoccupazione era quella di non segregare i fumatori, av vertendo però che il fumo è causa di malattie tumorali e, soprattutto, difendendo i fuma tori passivi. Sarebbe ingiusto che questi ultimi subissero danni alla salute per un vizio di cui sono soltanto vittime». Una lotta al fumo con eccezioni, dunque, che ha fatto gridare alla beffa le associazioni che difendono gli interessi dei «fumatori passivi» e spinto un assessore intransigente come quello di Bologna a mettere in cantiere una nuova iniziativa: «Il 9 novembre, in una riunione straordinaria a Napoli - precisa Moruzzi - chiederò agli assessori alla Sanità di altre undici grandi città, da Milano a Torino, da Roma a Palermo, di emettere, senza aspettare altro tempo, le giuste ordinanze contro il fumo». Intanto, però, la città-princi¬ pe della lotta contro il fumo giovedì finirà davanti ai giudici. Per quel giorno è fissato il processo contro gli amministratori comunali bolognesi, colpevoli di aver applicato un'ordinanza sospesa dal Tar. L'«incidente di percorso» non ha però convinto il sindaco a desistere da lottare contro il fumo: Renzo Imbeni ha emesso una nuova ordinanza per mantenere in vigore tutti i divieti. Non solo: nei prossimi giorni ci sarà un referendum tra i dipendenti del Comune sui «disagi causati dal fumo» e il 14 sarà inaugurata la «Bottega della salute», un centro informazioni sui rischi della sigaretta. Pier Paolo Luciano DOVESI *ì POTRÀ' FUMARE E DOVE NO it* ObMlQO Facolti ^Zl^L «** appo,«ilocall apposltilocal! ,,—?,,,, Me le strutture sanitarie ■ Scuole, conservator!, ac- _ cademie Universita ■ Strutture per anziani ■ ■ Strutture per minori ■ Strutture per attivita sportive e ricreative Locali per congressi, riu- nioni ■ Studi radiofonici e televisivi ■ ■ Cinema, teatri e discoteche ■ ■ Sale corse ■ ■ Pinacoteche, gallerie d'arte, musei e biblioteche Tutte le strutture che ero- gano servtzr al pubblico ■ ■ comportanti attese Esercizi cornmerciali ■ ■ Esercizi di ristorazione e somministrazione di cibi e ■ ■ bevande Stazioni ferroviarie, autofi- lotranviarie, portuali, marit- ■ ■ time e aeroportuali Turti i luoghi di lavoro con ambienti destinati alia per- a ■ manenza di piu persone Autoveicoli di Stato e di trasporto pubblico Aerei con volo di durata _ non superiore alle due ore Corridoi delle carrozze ferroviarie [estensione del di- ■ vietoexlege 753/1980) ggcappatoie annullano i divieti DOVESI *ì POTRÀ' FUMARE E DOVE NO «In moltissimi luoghi pubblici basterà l'impianto di aerazione per poter accendere la sigaretta» ■Igil UNO SKETCH «In moltissimi luoghi pubblici basterà l'impianto di aerazione per poter accendere la sigaretta»

Persone citate: De Lorenzo, Mauro Moruzzi, Moruzzi, Pier Paolo Luciano, Renzo Imbeni