Scoppia in Russia la prima guerra di Eltsin
Scoppia in Russia la prima guerra di Eltsin Riunione urgente del Consiglio di Sicurezza. Gorbaciov ammette: non ho capito i problemi etnici Scoppia in Russia la prima guerra di Eltsin Decine di morti in Ossetia del Nord, al confine con la Georgia MOSCA DALLA REDAZIONE Appena sbarcato dall'aereo che lo riportava a Mosca dalla visita-lampo ad Astrakhan, Boris Eltsin ha dovuto convocare d'urgenza, ieri sera, il Consiglio di Sicurezza. All'ordine del giorno un tema che incombeva da mesi, come una spada di Damocle, sulla testa del Presidente russo. E' scoppiata un'altra guerra, questa volta tra gli ingusceti e gli osseti del Nord. Ed è la prima guerra che esplode all'interno del territorio della Repubblica Federativa Russa. Le notizie che giungono da Vladikavkaz. capitale dell'Ossetia del Nord, parlano già di decine di morti e feriti in durissimi combattimenti che si svolgono alle porte della città tra distaccamenti ingusceti e milizia osseta. Ma anche le forze armate russe sono state investite e registrano morti e feriti, mentre al¬ cuni ufficiali russi sarebbero stati presi in ostaggio. Ieri pomeriggio il Cremlino ha inviato d'urgenza nella zona 3000 uomini e una delegazione governativa guidata dal vice premier Khizha. Ma la pericolosità della situazione per gli equilibri russi diventa sempre più acuta di ora in ora. Un gruppo di leader ingusceti si trova a Grozdno, capitale della vicina repubblica dei Ceceni, già proclamatasi indipendente dalla Russia sotto la guida del generale Dudaev. Scopo del viaggio - ha dichiarato Jussup Gherojev, uno dei capi militari ingusceti - quello di chiedere a Dudaev armi e munizioni. E forse qualcosa di più: appoggio politico e logistico. Dudaev è l'uomo forte della regione del Caucaso del Nord. E' lui l'ispiratore e il finanziatore del cosiddetto Congresso dei Popoli del Caucaso, che ha inviato distaccamenti armati a sostegno degli abkhazi in guerra con i georgiani, e che proclama ormai la totale disobbedienza al potere centrale di Mosca. Il rischio immediato è dunque quello di una metastasi bellica che potrebbe investire l'intera regione. La proclamazione della Repubblica di Cecenia (in luogo della Repubblica dei Ceceno-Ingusceti) ha inasprito le «storiche» rivendicazioni territoriali degli ingusceti nei confronti della confinante Ossetia del Nord, accusata di occupare terre da cui gl'ingusceti erano stati espulsi da Stalin. La zona di Prigorodnij, dove sono in corso i combattimenti più sanguinosi, apparteneva appunto agli ingusceti prima della fine della Seconda guerra mondiale. Ma problemi analoghi e analoghe tensioni sono presenti nella vicina Repubblica KabardinoBalkarskaja e si dilatano fino alla Repubblica del Daghestan. Le popolazioni ossete si trovano divise in due Stati: l'Ossetia del Nord (in territorio russo) e l'Os¬ setia del Sud (che combatte per la sua sovranità in territorio georgiano). E, specie dopo la sanguinosa guerra di quelli del Sud contro i georgiani, è divenuto dominante il tema dell'unificazione degli osseti in un unico Stato. Il che apre un problema pressoché irrisolvibile tra Russia e Georgia. Basta questo per rendere chiare le difficoltà che il Cremlino deve ora affrontare. Eltsin si trova ora di fronte agli stessi nodi che Mikhail Gorbaciov non fu in grado di risolvere. Solo che ora essi si manifestano nei confini russi. Gorbaciov - intervistato ieri dalla tv centrale - ha ammesso che il suo errore più grave fu appunto quello di non aver capito la «questione nazionale». Ma forse «capirla» non è sufficiente, forse non è neppure possibile. Il problema è «gestirla». E Boris Eltsin non sembra avere più frecce al suo arco di quante ne avesse il suo predecessore.
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