L'odissea di Powers di E. St.

L'odissea di Powers L'odissea di Powers Non seppe essere eroe e la moglie lo lasciò Il giorno in cui fu abbattuto fu solo l'inizio del calvario del trentenne pilota dell'Us Air Force Gary Powers. Mosca gli intentò un processo teatrale durante il quale l'ufficiale si confessò colpevole di spionaggio. Nell'agosto 1960 fu condannato a 3 anni di carcere e 7 di colonia penale. In patria non trovò solidarietà. Molti rimproverarono a Powers di aver collaborato, negli interrogatori e poi al processo, con i sovietici, rivelando segreti militari e prestandosi con la confessione ai giochi della propaganda del Cremlino. Ci fu persino chi lo biasimò per non aver usato l'ago al cianuro che aveva in dotazione per non cader vivo in mano al nemico. Un'inchiesta della Cia, peraltro, lo scagionò da ogni responsabilità. Powers riuscì a tornare a casa due anni dopo, nel febbraio del 1962, quando Kennedy lo scambiò con la spia sovietica Abel, che scontava negli Usa una condanna a 30 anni. Aveva perso il suo posto nell'aeronautica, e dopo un anno la moglie chiese il divorzio. Trovò in seguito impiego come pilota di elicottero. Morì sul lavoro il 1° agosto 1977, a 47 anni, precipitando col velivolo presso Los Angeles. [e. st.]

Persone citate: Gary Powers, Kennedy

Luoghi citati: Los Angeles, Mosca, Usa