Schillaci: adesso ho paura dei cori della Curva Sud

Schillaci: adesso ho paura dei cori della Curva Sud «Rita sbaglia a scrivere dei nostri affari, ci rimettono i bambini» Schillaci: adesso ho paura dei cori della Curva Sud UN CAMPIONE SCONFITTO IN AMORE COME? A che cosa dovrei rispondere, io?». Salvatore Schillaci ha un tono che mette paura. Bisogna capirlo. Da due anni sbattuto senza colpe in una telenovela dai titoli facili. Totò cerca casa, squadra, gol. Ora, famiglia. Una cosa seria. «E sulle cose serie, dalle mie parti, si sta zitti». Una volta non era così. Totò parlava a ruota libera, segnava caterve di gol e li dedicava «in particolare, a tutti». Il frullatore delle notti magiche l'ha stordito, incupito. «Troppe me ne hanno fatte». Chi? «In particolare, tutta la stampa e i tifosi. Perché a me i giornalisti mi fregano sempre. E poi voglio che si parli di calcio e basta». Questo è più difficile. Un centravanti che segna pochi gol viene intervistato solo se si separa dalla moglie. E' il mestiere. Totò, che è un pezzo di pane, sospira. «Il fatto è che sono timido. Non vado cercando interviste, la Rai, i giornalisti, non ho mai accettato neppure di fare le foto di famiglia per Gente o Oggi. Non so perché Rita ha scritto alla Stampa per la separazione». Aggiunge, rassegnato: «Io preferivo non parlarne. Perché poi so che cosa mi aspetta». E cioè? «Che la domenica i tifosi hanno una scusa in più per sfottere. Già vanno avanti da anni con quella stronzata delle gomme. Appena tocco palla, in tutta Italia, giù fischi e coretti». Perché ce l'hanno tanto con lei? «Va' a sapere. Certo, anche perché sono meridionale. Negli stadi piove razzismo a pezzi interi, da anni. Prima della Lega. La seconda cosa è che magari segnando quei gol al Mondiale un po' ho unito l'Italia, per quanto la possa unire un gol. E questo ma¬ gari qualcuno non me l'ha perdonato». In ogni caso, lei è un personaggio, guadagna pure una barca di quattrini, ha una villa sul lago a Cernobbio... «Ci sono venuto perché è vicino ad Appiano. A Torino abitavo in via Filadelfia per la stessa ragione. Comunque, a me la popolarità mi piace. Fare il calciatore è uno sproposito. Se penso a quelli che lavorano sul serio... A me il calcio mi ha dato tantissimo. Ma certe cose mi hanno anche frantumato l'anima (questa non era proprio letterale, ndr)». Per esempio, finire in prima pagina per la storia con Rita? «La cosa che mi urta è che ci sono di mezzo i bambini. Per me nella vita ci sono poche cose. La prima è la salute. Poi viene qualcosa che ti sta a cuore. E poi il calcio che viene terzo. E la cosa che mi sta a cuore sono i figli. Io adoro i bambini, anche quelli degb altri. A Palermo ho messo su una scuola di calcio per ragazzi. Mo' ne faccio provare un paio per l'Inter». A Palermo torna spesso? «Una volta al mese. Solo lì mi trovo a mio agio, con gli amici. Loro pensano che sono un personaggio, io no e mi diverto a giocare alle carte. La gente è diversa al Sud, simpatica, cordiale. Quando smetto qui, torno a casa». Allenatore, manager? «Ma manco per idea! A me il calcio m'ha dato tantissimo, però quando smetto non voglio più sentire la radiolina». [c. m.] Totò Schillaci, a sinistra, con la maglia dell'Inter e, qui sopra, la moglie Rita Bonaccorso, che ha annunciato la loro separazione

Persone citate: Rita Bonaccorso, Salvatore Schillaci, Schillaci, Totò Schillaci

Luoghi citati: Cernobbio, Italia, Palermo, Torino