Morbosità e orrore in classe

Morbosità e orrore in classe RISPONDE O.cS.B. Morbosità e orrore in classe GENTILE signor Baldissarri, lei alla conclusione di un lungo elenco di sprechi chiede: «Ora come cittadino contribuente, per quae forma di masochismo dovrei ancora credere nell'amministrazione di questo Stato?». L'interrogazione è retorica, nel senso che la proposizione è espressa in forma interrogativa ma non esi forma interrogativa, ma non esige risposta in quanto la contiene già in sé, affermativa o negativa. Il contrasto tra Scalfaro e gli sprechi è il modo per il nostro giornale di mettere in luce le contraddizioni della situazione italiana. Non è uno sbaglio d'informazione. Non conviene mai celare le notizie per gravi o antipatiche che siano. Di diverso parere è senz'altro, il professor Claudio RossettoCasel che scrive da S. Antonino di Susa per protestare per la pubblicazione su La Stampa dell'l/X/92 in prima pagina e altrove di «due fotografie che mostrano con agghiacciante mancanza di sensibilità e con evidente ricerca dell'effetto, teste umane mozzate attribuite a vittime serbe in Bosnia» e in Cronaca di Torino deH'«immagine squallida del cadavere martoriato di una poveretta». «Ritengo», afferma il professor Rossetto-Casel, «che come esiste il diritto di cronaca, esiste, e a maggior ragione, la necessità morale di rispettare l'Uomo, almeno nella Morte. Nella mia qualità di insegnante mi servirò di tale "documentazione" per spiegare ai ragazzi che la crudeltà e l'orrore hanno cittadinanza non solo nella Bosnia dilaniata dalla guerra, ma - e non solo idealmente - nell'animo di noi "buoni cittadini". Forse mai come in queste circostanze il gior l hi di i i nale è veramente lo specchio dei nostri tempi»Gentile professor Rossetto-Casel, a mio sommesso parere, una foto è ui. i notizia e non glielo auguro ma temo che probabilmente sarà lei commentando le fotografie davanti ai suoi allievi a mancare dsensibilità e a ricercare l'effetto, a peccare, insomma, di morbosità. Ma questi sono fatti suoi, e caso mai dei suoi ragazzi. Oreste del Buono A pagina 2 su La Stampo del 27/IX sotto la foto di un pensoso Scalfaro, ho letto: «Nulla di più grave che non credere nelle istituzioni». Ma più in basso, la colonnina intitolata «Gli sprechi» ha nuovamente risvegliato in me la ribellione alle cosiddette istituzioni! Scopro infatti che lo Stato continua a bruciare 95.000 miliardi in 40 voci di spese correnti: pensioni di invalidità a 300.000 non aventi diritto; stanziamenti per 10 dighe pressoché inutili, 40 miliardi ogni anno destinati alla progettazione del fantomatico ponte di Messina ecc.. Roberto Baldissarrì, Vercelli

Persone citate: Casel, Oreste Del Buono, Scalfaro

Luoghi citati: Messina, Susa, Torino