Chi non sogna è smemorato di Daniela Daniele

Chi non sogna è smemorato Secondo studiosi Usa la fase onirica fìssa nella mente i ricordi Chi non sogna è smemorato Se il sonno è disturbato la capacità di apprendere diminuisce di molto I bambini dormono più degli adulti per immagazzinare tante nozioni La vita è sogno. E il sogno è vita. Pare che l'intuizione poetica sia vicina alla realtà. Almeno per quanto riguarda la nostra capacità di apprendimento. Ne sono certi il dottor Avi Karni e i suoi collaboratori del National Institutes of Health Laboratory of Neuropsychology di Bethesda che hanno studiato il rapporto tra attività onirica e possibilità di acquisire nuove conoscenze. I ricercatori hanno dimostrato, con prove al computer, che quanto si impara di giorno ha bisogno di un intervallo, mentre dormiamo, per essere «fissato» nella memoria: in particolare, di quella fase del sonno chiamata Rem (Rapid eye movement), caratterizzata da rapidi movimenti degli occhi e da un equilibrio neurovegetativo diverso da quello di stati di sonno nonRem. Il mondo dei sogni. E, a quanto pare, anche lo spaziotempo in cui le conoscenze sono archiviate nel ricordo. Se il sonno è disturbato, l'apparato mnemonico ne rimane privo. «Da tempo si ipotizza che il sogno metta in moto un sistema di riordino delle idee - spiega il biologo Sergio Angeletti -. Volendo fare un paragone, immaginiamo un grattacielo in cui, alla chiusura degli uffici, tutte le luci si spengano e rimangano accese soltanto quelle del centro elaborazione dati». Se non si sogna? «E' il caso di alcolisti gravi: hanno allucinazioni da svegli. Si suppone che queste altro non siano che i sogni mancati». Il professor Salvatore Smirne - direttore del Centro studi sul sonno, all'Università di Milano è cauto: «L'idea di connessioni tra sogno e memoria si basa su prove scientificamente fragili. Di certo, nella fase Rem succedono "cose " che la distinguono da altri stati del sonno. Cambia la respirazione, muta la ' frequenza cardiaca, si ha un'attività cerebrale maggiore. Quasi che il cervello vada rievocando, in un riepilogo disordinato, i fatti accaduti». In che modo? «Manca un metodo scientifico per capire come». E' possibile che il sonno-Rem sia. una specie di privilegiata stanza dei bottoni del nostro cervello dove, lontani dai continui stimoli della giornata, siamo soli con noi stessi e «decidiamo» che cosa ricordare e che cosa dimenticare? «Il sospetto che sogni e memoria siano collegati è forte - osserva Massimo Biondi (Clinica psichiatrica III, università La Sapienza, Roma) -, Ed è interessante notare come la fase Rem abbia un lento declino nel corso della vita. Durante i primi anni dell'infanzia, l'età in cui la capacità di apprendimento è più sviluppata, occupa la maggior parte del tempo e diminuisce con l'avanzare degli anni». Ma che cosa accade in pazienti che vengono in psicoterapia e soffrono di insonnie gravi? Hanno difficoltà a ricordare? «Senza dubbio, ma non è facile stabilire se ciò sia dovuto alla mancanza di sonno e di sogno, oppure ai tanti altri disturbi che accusano: depressione, panico, ansia. Stati emotivi che inducono a rimuovere i ricordi, non certo a conservarli». Daniela Daniele

Persone citate: Massimo Biondi, Salvatore Smirne, Sergio Angeletti

Luoghi citati: Milano, Roma, Usa