C'è un killer nella voliera di Marina Verna

C'è un killer nella voliera Canarini e pappagalli sotto accusa: raddoppiano i rischi di tumore C'è un killer nella voliera Ricerca dell'Istituto della salute di Berlino, favoriscono il cancro ai polmoni Il consiglio: tenete pure gli uccelli, ma la gabbia fuori dalla camera da letto BERLINO. Vivere per anni con canarini, pappagallini, fringuelli o colombe sembra raddoppiare il rischio di un tumore ai polmoni. Questo, almeno, è il risultato di uno studio condotto dall'ufficio federale per la salute di Berlino e pubblicato sull'ultimo numero della rivista inglese «British Medicai Journal». La ricerca è stata condotta su 239 berlinesi colpiti da tumore ai polmoni: quarantacinque di loro sarebbero vittime del loro animale da compagnia. Quella gabbietta appesa alla finestra, tanto festosa all'apparenza, riserverebbe invece qualche malasorpresa. Per spiegare la correlazione tra aumento del rischio e convivenza con i canarini, gli autori della ricerca propongono due ipotesi. Secondo la prima, chi ha un uccello in casa inevitabilmente inspira tutto il giorno frammenti impalpabili ma sospetti: ogni batter d'ali, infatti, comporterebbe la caduta di un frammento di piumina, il cui lento ma costante depositarsi nei polmoni darebbero luogo a infezioni croniche, che potrebbero poi trasformarsi in un cancro. Secondo l'altra ipotesi, a esercitare un'azione cancerogena sarebbero i funghi annidati nelle microscopiche particelle di feci che gli uccelli stessi sollevano sbattendo le ali. La palla passa ora alle analisi di laboratorio, che dovranno definire le eventuali proprietà cancerogene di feci e piumine. La ricerca tedesca ha un precedente olandese: nel 1988, all'Aia, il dottor Holst aveva notato che i possessori di uccelli domestici correvano un rischio sei volte più alto di ammalarsi di cancro ai polmoni. La sua ipotesi, però, non aveva trovato conferma, tant'è che una ricerca simile, pubblicata sullo stesso «British Medicai Journal», aveva negato la correlazione. D'altronde, è noto che l'idea di partenza influenza sempre le conclusioni finali. Come diceva Russell, è molto probabile che i risultati di uno studio sull'alcolismo siano diversi se il ricercatore è astemio o invece apprez¬ za il vino. Nel caso delle piume di canarino, è difficile valutare l'impatto sulle vie respiratorie di un fattore tanto elusivo e aleatorio. Commentano all'Istituto Tumori di Milano: «Dopo anni e anni di studi, il cancro resta di fatto una malattia poco chiara e i ricercatori passano minuziosamente in rassegna ogni possibile causa. Le piume di canarino sembrano comunque un'ipotesi stravagante, per il tumore dei polmoni. Tanto più se pensiamo che ancor oggi molti negano un ruolo come quello del fumo, dimostrato da tutte le ricerche epidemiologiche». Dopo aver lanciato il sasso, l'ufficio per la salute di Berlino sconsiglia però reazioni inconsulte. Tenete pure in casa il vostro canarino, è il consiglio finale. Evitate solo di mettere la gabbia in camera da letto. E fate prendere aria alle stanze. Se però siete già un soggetto a rischio - ad esempio, vi piace fumare - allora girate alla larga. Marina Verna

Luoghi citati: Berlino, Milano