Psi, litigano anche i giovani di Filippo Ceccarelli
Psi, litigano anche i giovani TEMPESTA NEL GAROFANO Psi, litigano anche i giovani Nipotini di Craxi contro ifans di Claudio ROMA. Cattivi ragazzi. L'altro ieri notte hanno occupato la federazione di Taranto. «Per tutta risposta - comunica Valerio Talamo, 27 anni, giovane socialista martelliano - i craxiani ci hanno staccato i telefoni». Tra i baby del garofano è scoppiata la guerra dei bottoni. Sacchi a pelo, panini, birra e moderata allegria. Asserragliati in una sede gelida e quasi deserta, i giovani ribelli tarantini mettono le mani avanti: «Signorile non c'entra nulla». E poi fanno sapere con un certo orgoglio di aver già superato le 19 ore dell'occupazione del psi romano. Nella quale i «craxini» ortodossi hanno visto lo zampino di Paris Dell'Unto. Ma a differenza di quel che è avvenuto l'altra settimana a Bologna, federazione che ha inaugurato questo genere di manifestazioni, o l'altro giorno nella capitale, dove i rappresentanti del segretario hanno rapidamente chiamato la forza pubblica e poi tolto quel lenzuolone che pendeva dalla finestra con su scritto «Psi libero», in Puglia non c'è pericolo di sgombero. «Il rischio - confessa Valerio Talamo con un filo d'angoscia - è che il psi sia così addormentato da dimenticarsi di noi». «Noi che ci divertiamo tanto» scherza ma fino a un certo punto Antonio Rizzo, coordinatore del gruppo giovanile e anti-craxiano «Loris Fortuna». Un po' come giocare a indiani e cowboys, ad acchiapparella, a mosca cieca anche se poi nel Movimento Giovanile Socialista, esempio di inconsapevole gruppo underground, è difficile capire quale sia il premio; quanto sia spontanea l'agitazione; chi siano e quanto vadano presi sul serio questi giovanotti che proclamano, con un sovrappiù di ingenua dinamite, le cose dei grandi e come i grandi spediscono tanti fax ai giornali. Di sicu¬ ro l'effervescenza dei giovani socialisti è un fenomeno che, storicamente, ha sempre anticipato e poi accompagnato le più drammatiche rese dei conti. Bene, in questo psi che ricorda tanto l'ante-Midas non manca. «Noi comunque ci sentiamo gli indiani, ma buoni», avverte Rizzo che, come ti spiegano subito gli avversari, «è di Signorile». Questo non gli impedisce di sfidare Craxi: «Si scelga una sede di confronto pubblico». Intanto per domani, in dieci città, ha lanciato il giorno del piccolo impeachment, raccolta firme per il congresso e per le dimissioni di Bettino. A Milano, è l'intenzione sacrilega, il banchetto dovrebbe esser piazzato sotto l'ex inviolabile ufficio di Piazza del Duomo. Altro capo dei ribelli è il presidente del mgs Sergio Talamo, fratello maggiore di Valerio, l'occupatore tarantino. Ex Signorile, ora Martelli con simpa¬ tie Dell'Unto. A Roma trova asilo presso l'ex europarlamentare Zagari. I giovani craxiani hanno tentato di farlo dimettere una serie infinita di volte. Lui li gratifica di «Balilla di Salò». Fatta salva la fede nel socialismo e la rituale constatazione sulle «macerie» che l'attuale leadership ha determinato, anche lui ha l'aria di divertirsi moltissimo. Mai comunque quanto l'attuale segretario del mgs, che si chiama Luca Josi, sta per sposarsi e, te lo spiegano come se fosse la cosa più normale del mondo, «è di Intini». Ciò nonostante passa per un grande creativo. Riceve, cortesemente, in un ufficetto luminoso e coloratissimo pieno di caleidoscopi, dinosauri, l'acquario elettrico «Escapesca», cappellini, trenini, automobiline, popolini, giostrine. Accende lo stereo («Battisti, va bene?»). E l'ospite, sul fianco' destro, avverte la presenza di un colossale Craxi in foto a co¬ lori con sciarpone, oltre che di una stampa antica di Radicofani con l'autografo «Ghino». Josi ha un'arietta simpatica e strafottente. Ma dal punto di vista della carriera è arrivato nel momento sbagliato. All'ondata di occupazioni e alle firme raccolte dai ribelli, risponde con la lieta gagliardia dei suoi 26 anni. Dopo un lungo periodo di sostanziale (neppure troppo dannoso) disinteresse da parte dei giornali, in questi giorni di passione ha fatto pubblicare una specie di foglio satirico (Avantitutta!) ad uso così interno che non si capisce quasi nulla. Poi ha fatto appendere anche lui un venti metri di striscione dalla finestra del mgs con la scritta «Rifondazione socialista». Rifonda-che? «Si rifonda, non si butta tutto all'aria. Il psi ci piace, e ce lo teniamo bello stretto». Filippo Ceccarelli
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