Provaci ancora FRED

Provaci ancora FRED Festa domani al Piccolo Regio di Torino per l'indimenticabile Buscaglione Provaci ancora FRED In quella voce roca la nostalgia di come eravamo TORINO. Si farà festa al Piccolo Regio, domani, nel nome di Fred Buscaglione, l'altro torinese, dopo Pietro Micca. Una festa a suon di musica naturalmente con gli amici e gli esegeti dell'indimenticabile changonnier, tutti riuniti sotto la nobile bandiera dell'Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare. Ascolteremo le canzoni di Carla Boni e di Gino Latilla e di Cosimo Gilè e di Carmen Rizzi e di Giorgio Chiosso (rampollo rampante di Leo, il poeta di Fred), il jazz d'epoca di Dick Mazzanti e di Renato Germonio con la sua «Dixietoday», senza dimenticare lo swing di Giorgio Giacosa (e della sua band), sideman di Buscaglione durante gli ultimi anni (d'oro) di una carriera favolosa. Un minifestival, con nostalgia. Nostalgia di come eravamo (di come erano), nostalgia di quando Torino era la capitale della musica leggera e le orchestrine impazzavano allo Chalet, al Gay, al Castellino, all'Eden, al Faro (il tempio di Fred), nei mille locali sparsi dentro una città che sapeva divertirsi dal centro alla periferia, una Torino pulita', «la piccola Parigi» d'antan, magica. Il conduttore della serata Bruno Gambarotta e i suoi sodali (tra gli altri l'ex «caramellala» Tonina Tornelli e il paroliere ufficiale di Fred, Leo Chiosso) ce la metteranno tutta per fare rivivere un non lontano passato che tuttavia la fretta e le oscillazioni del gusto fanno apparire così remoto, quasi storico. E ritorneremo indietro di una quarantina d'anni, senza fatica. Gino Latilla e Carla Boni riproporranno quei temi che, cullati dai suoni dell'orchestra Angelini, uscivano dai microfoni della Rai (a ogni ora, un'ossessione del dopoguerra) per un pubblico di melomani, di massaie, di midinettes, il pubblico che avrebbe poi fatto il successo del Festival di Sanremo. Ma che c'entrano Latilla e Boni (così all'italiana) con le follie franco-americane di Buscaglione? Non la musica li legava ma Torino, una Torino di cui erano i protagonisti, i divi. Il Faro Club (via San Massimo angolo via Po), dove Fred si esibiva tra un ingaggio allo «Sporting» di Montecarlo o alle. «Grotte del piccione» di Roma, era il punto d'incontro di quasi tutti quelli che a Torino facevano musica e spettacolo. Quando era di scena Fred, in quella sala era molto difficile trovare un posto vuoto, gremita com'era di fans, di amici, di suonatori, di curiosi. Fred faceva show dentro e fuori del palco. Una serata al Faro era una festa come a Torino non capita più. Fred era un eccellente musicista, suonava il violino e la tromba. Si era anche inventato una voce roca, da malandrino di barriera, con la quale aggiustava le sue canzoni sulla traiettoria di certi brani americani o francesi. Il suo modello era Louis Prima al quale lo lega un eterno debito. Louis Prima era un jazzista americano fallito, ma che aveva fatto fortuna nel mondo pop con «Buona sera signorina», un successo internazionale. Il trucco di Prima era di fare suonare nel suo quintetto una tromba e un sassofono con lo spirito delle band del jazz anche quando trattava una canzonetta. E poi c'era il ritmo di Prima, sempre tenuto su un tempo «dancing», ondeggiante (lo shuffle usato anche da Duke Ellington), che affascinò Fred. E Fred importò lo shuffle in Italia. Nessuno aveva mai sentito una cosa del genere, i ballerini impazzivano, quella musica era allegra, di un'allegria contagiosa, faceva muovere le gambe. Non solo come direttore di «Dixietoday» ma come testimone, anche Renato Germonio dirà qualche parola per ricordare l'amico Fred. I due si erano conosciuti giovanissimi Fred violinista, Renato fisarmonicista - uniti dalla passione per il jazz, il jazz di Joe Venuti, di Stephane Grappelli, di Louis Armstrong. Tempi lontani, Anni Quaranta, quando le note di un blues che uscivano dalle grate di una cantina facevano accorrere le squadracce fasciste della G.i.l. che poi si mettevano a menare botte e manganellate. Anche Germonio ha la sua storia da raccontare. Non è celebre come Pietro Micca e come Fred Buscaglione, ma questa è anche la sua sera. Franco Mondini Provaci ancora FREDLa serata a favore dell'Unione Italiana per la lotta alla distrofia muscolare La serata a favore dell'Unione Italiana per la lotta alla distrofia muscolare