Toro-protesta, i perché di Giorgio Viberti

Toro-protesta, i perché Squadra seconda, ma continua la contestazione di molti tifosi Toro-protesta, i perché «Impossibile perdonare al presidente la maniera in cui si è comportato» Il Torino, che per la partita di stasera con il Bari ha ridotto i prezzi (15 mila le curve, 30 tutti gli altri settori tranne la tribuna extra, 100 mila) si è guadagnato sul campo la qualifica di antiMilan eppure la protesta dei tifosi continua. Pare un assurdo in questo avvio di stagione granata quasi perfetto, rovinato appena dallo scivolone casalingo in coppa. Gli ultras continuano a contestare il presidente Borsano pur recandosi regolarmente allo stadio, mentre i tifosi più tiepidi hanno preferito la protesta silenziosa, rinunciando ad abbonarsi e disertando il Delle Alpi. Ma ha ancora senso protestare quando la squadra sta meravigliando ed è preceduta solo dallo schiacciasassi rossonero? «Certo che ha senso - tuona subito Fausto Brofferio, degli Ultras granata - perché Borsano ha tradito la fiducia che avevamo riposto in lui. La squadra però non ne può niente, quindi abbiamo deciso di andare ugualmente allo stadio. Altri, invece, non hanno capito nulla e fischiano Mondonico e i giocatori quando la squadra perde, invece di prendersela con il presidente. Ammetto che Borsano ci è venuto incontro abbassando il prezzo dei biglietti, ma in futuro non dovrà più sbagliare una virgola. Lo aspettiamo al varco: se nel prossimo mercato cederà qualcun altro, saranno guai». Assai più drastico è Fabrizio (non vuole rivelare il cognome) dei Corps granata: «Borsano deve andarsene e prima lo fa meglio è per tutti. Non discutiamo le sue scelte tecniche, ma il modo in cui le ha fatte. Ci ha traditi e presi in giro. Alcuni sostenitori si sono ammorbiditi vedendo i buoni risultati della squadra. Noi dei Corps, invece, saremo irremovibili: sì allo stadio, ma fischi a Borsano». Intransigente è anche Francesco Gerire, che fino all'anno scorso coordinava i club del Toro: «Abbiamo creduto in Borsa- no anche quando siamo andati in B, ma l'estate scorsa con lui si è rotto qualcosa. Impossibile tornare indietro, anche se il secondo posto della squadra ci ha un po' calmati. Soltanto un miracolo, però, potrebbe ristabilire la normalità: per questa stagione saranno inevitabih i fischi e gli spalti semideserti». «Soffro nel vedere questa frattura tra i tifosi - dice invece Ginetto Trabaldo - perché da 40 anni seguo il Toro e non avevo mai assistito a nulla del genere. Borsano? Per molti di noi è ormai bruciato, ma credo che se la squadra continuerà a vincere la gente tornerà allo stadio. Almeno, me lo auguro. Personalmente non mi perdo una partita». Roberto Pranza, che cura per il Torino i rapporti con i club granata, è ottimista: «Gli ultras sono soltanto distruttivi e non fanno proposte concrete. Vogliono un altro presidente? Ci indichino un nome, Borsano è disposto a farsi da parte. La tensione, però, si sta stemperando. Vedrete che, se la squadra continuerà così, per Natale taglieremo il panettone della pace». E i tifosi vip? Che cosa ne pensano? «Le proteste sono giustificate - sottolinea Gianni Mina - ma è sbagliato non andare allo stadio. Certo, se il Toro avesse tenuto un paio di giocatori adesso potrebbe essere con il Milan. Vi immaginate Aguilera al fianco di Lentini? Borsano ha sbagliato a non mantenere le promesse fatte e gli ultras non dimenticano. E' difficile che la situazione si appiani, i tifosi credono soltanto in Mondonico. La calma tornerà soltanto quando Borsano se ne andrà, anche perché il Toro è secondo ma ha avuto finora un calendario non impossibile. Se perderà qualche partita, la protesta esploderà». Di diverso avviso è il letterato Giorgio Barberi Squarotti: «Questo ostruzionismo dei tifosi è insopportabile, fa ridere, chi lo pratica è inqualificabile. Le scelte di Borsano erano inevitabili, anche se il presidente ha fatto un errore di metodo. Non credo che le cose si risolveranno tanto in fretta, il che peggiorerà la situazione economica della società: meno gente allo stadio significa pochi soldi in cassa e altre probabili cessioni nella prossima stagione. Io continuo ad andare allo stadio, e mi sembra anche che la squadra sia migliore dell'anno scorso. E poi devo ammettere che Borsano ha visto giusto: mi sembra che Policano e Cravero non stiano combinando granché a Napoli e Roma». Abbastanza tenero è anche il comico Riccardo Miràggio, in arte Rie: «Mio figlio è un ultra, ma devo dire che certi tifosi stanno esagerando. Borsano va capito e bisogna tornare allo stadio per incitare la squadra. Spero molto nel derby: se batteremo la Juve sono convinto che le proteste finiranno. Per me Borsano può restare alla guida del Torino, ma temo che sarà lui a rompersi le scatole e ad andarsene. Forse allora qualcuno lo rimpiangerà». Pacifista si dimostra pure Aldo Agroppi: «Questa frattura non aveva senso nemmeno quest'estate, perché il Toro non poteva non vendere, anche se Borsano l'ha fatto nel modo sbagliato. Ma è acqua passata, che non deve scatenare rancori. Purtroppo, però, non vedo una via d'uscita. O ci sarà un exploit della squadra, magari in coppa, oppure gli equilibri sono compromessi. Ed è un pecca • tofperché le cose finora sono andate bene e non credo che il Toro mollerà tanto presto le posizioni di vertice». Giorgio Viberti I vip invitano alla pace Agroppi: basta rancori Rie: Borsano va capito Mina: tutti al Delle Alpi I vip granata Gianni Mina (da sinistra), il letterato Barberi Squarotti, il comico Rie (a fianco) e Aldo Agroppi (foto sotto)

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