«Chiarirò tutto al magistrato»

«Chiarirò tutto al magistrato» Morino ribatte alle accuse «Chiarirò tutto al magistrato» Il professor Francesco Morino vuole chiarire al più presto la vicenda che lo vede inquisito per una presunta raccomandazione in un concorso di primario all'ospedale di Novara. «Chiederò al magistrato di essere sentito subito - ci ha dichiarato ieri - perché questa storia non ha alcun senso, non doveva neppure nascere». Francesco Morino, 61 anni, direttore della prima clinica chirurgica dell'Università di Torino, è molto amareggiato per l'accusa di falso ideologico e abuso in atti d'ufficio. Ha detto: «Secondo l'ipotesi del procuratore della Repubblica di Novara io avrei sponsorizzato un candidato in un concorso. Come abbia potuto farlo però non riesco a immaginare. Non facevo parte della commissione esaminatrice, composta peraltro da illustri chirurghi di fama italiana ed europea. Come si può pensare che io potessi influenzare personaggi di questo calibro? E poi si dimentica un particolare molto importante: della commissione faceva parte anche il professor Umberto Barateli, primario all'ospedale di Borgomanero, allievo del professor Lampugnami, che, guarda caso, aveva il figlio come candidato. E' credibile che il professor Baraldi ascoltasse le mie raccomandazioni?». L'avvocato Vittorio Chiusano, che gli era accanto durante il colloquio, ha aggiunto: «In quella commissione c'era anche un certo professor Giorgio Di Matteo, 66 anni, primario di livello europeo. Anche lui è stato condizionato? Assurdo». Su un punto in particolare il professor Morino e l'avvocato Chiusano hanno insistito: «Questa è una banale storia di una presunta raccomandazione ad un esame. Sempre, in ogni concorso, c'è stato qualcuno bocciato che non ha accettato di buon grado l'esito dell'esame ed ha presentato ricorso. Prima però si usava ricorrere ai Tar, ora a quando pare si presenta denuncia alla Procura della Repubblica. Non vorrei che tutti gli esclusi dagli esami prendessero questa strada: sarebbe la fine dei concorsi. Ogni commissione valuta i candidati con un margine di discrezionalità. Che cosa accadrebbe se tutti i bocciati incominciassero a presentare esposti firmati o anomini?». L'inchiesta è partita nel lu¬ glio scorso dopo che nella bacheca dell'ospedale era comparsa una singolare comunicazione-denuncia firmata da Achille Lampugnami, già primario della 1a chirurgia. Parlava di «tangenti di Tonno». Chiusano e Morino hanno replicato con durezza: «Sia ben chiaro, questa non è una storia di soldi, di mazzette. Il denaro non c'entra. Neppure il magistrato ipotizza passaggio di mazzette. Si sospetta soltanto che sia falso il verbale della commissione che dichiara vincitore il professor Agostino Ramella». Agostino Rame Ila, 51 anni, allora chirurgo all'ospedale San Giovanni Vecchio, ha ricevuto anche lui un'informazione di garanzia. Avvisi di garanzia hanno raggiunto anche i membri della commissione: Artemio Bi-usa, 41 anni, di Vercelli, presidente della commissione e direttore sanitario dell'ospedale «Maggiore» di Novara; Gianfranco Carnevali, 53 anni, anche lui di Vercelli, segretario della commissione e coordinatore amministrativo dell'ospedale; Raffaele D'Ari, 54 anni e Giorgio Di Matteo, 66 anni, entrambi di Roma; Umberto Baraldi, 63 anni, primario all'ospedale di Borgomanero; Luigi Bosco, 63 anni, di Milano; Fernando Andolfi, 62 anni, di Torino e Salvatore La Marca, primario di Asti. «Il professor Ramella l'ho visto un paio di volte - ha spiegato il professor Morino - Non è stato un mio allievo o assistente: che motivo c'era di appoggiarlo? Io lavoro a Torino, non ho nulla a che vedere con Novara». Il professor Morino ha presentato querela per diffamazione «contro coloro che hanno diffuso la voce che il professor Morino possa aver condizionato il concorso». Una querela contro ignoti. E l'avvocato Chiusano: «Mi auguro che il magistrato abbia indagato per scoprire chi ha messo in giro quelle voci diffamatorie». Intanto a Novara continua l'inchiesta del sostituto procuratore Fava. Il magistrato ha sentito ieri altre persone per chiarire alcuni punti oscuri. L'indagine potrebbe riservare grosse sorprese anche a breve termine. Il pm novarese avrebbe tra le mani un testimone chiave, una prova che potrebbe dare uan svolta all'inchiesta. Francesco Morino vuol far luce subito sulla vicenda che lo vede inquisito per una presunta raccomandazione all'ospedale di Novara