Firme false «Piemont» altre due condanne

Firme false «Piemont» altre due condanne Undici mesi agli attivisti Barattili e Brusa Firme false «Piemont» altre due condanne Undici mesi di reclusione per Dario Barattin e Mauro Brusa, due dei cinque imputati al processo per le firme false raccolte da «Piemont» per presentare la lista alle amministrative del 1990. Le posizioni di Barattin e Brusa, attivisti del movimento, erano state stralciate assieme a quella del notaio Maria Pia Ansatone (imputata di falso ideologico per non aver controllato l'autenticità delle firme) per la quale il processo è ancora in corso. Gli altri due imputati, Roberto Gremmo, leader di «Piemont», e il suo braccio destro Alberto Seghesio, sono stati condannati nel giugno scorso a un anno, 8 mesi e 15 giorni di reclusione ciascuno. La vicenda risale al maggio del '90 quando, secondo la ricostruzione fatta durante il dibattimento dal pubblico ministero Antonio Patrono, alcuni attivi¬ sti di «Piemont» falsificarono circa 450 firme. Il reato venne provato grazie ad una perizia grafica. Nel corso del processo vennero sentite come testimoni 450 persone le cui firme comparivano negli elenchi presentati da «Piemont». Trenta alla volta, i testimoni sfilarono davanti ai giudici e dichiararono di non aver mai firmato per sostenere quella lista. Barattin e Brusa chiesero il rito abbreviato, e i loro difensori, avvocati Servetto e Gianaria, sollevarono un'eccezione di illegittimità costituzionale sulla mancata pubblicità del dibattimento nei riti speciali (tra cui il giudizio abbreviato). La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso e il processo si è quindi potuto celebrare. Ieri i due imputati sono stati giudicati con rito abbreviato, a porte chiuse, davanti al gip Alberto Oggé.