La Sme, pomo della nuova discordia Ferruzzi-Gardini di Valeria Sacchi

La Sme, pomo della nuova discordia Ferruzzi-Gardini FINANZA In una lettera alla Consob Valori precisa: «Eventuali dismissioni riguardano solo le joint-venture dolciarie con i privati» La Sme, pomo della nuova discordia Ferruzzi-Gardini La Borsa/reme ma l'Iti e la sua finanziaria smentiscono qualunque trattativa MILANO. In mancanza di più solidi motivi, piazza Affari si tiene su con le privatizzazioni. Ieri è toccato al «giallo Sme», con contorno di presunta Opa che Raul Gardini si appresterebbe a lanciare, a rianimare il mercato, dopo la decisione della Consob di sospendere il titolo Sme, in attesa di chiarimenti. Cosicché il listino è riuscito a chiudere in sostanziale pareggio, con l'indice Comit a 418,89 (-0,19%). Già lunedì i titoli del polo alimentare Iri si erano elettrizzati, impennandosi del 6%. In seguito a voci su accordi di cessione. Ieri, la Sme aveva viceversa aperto in lieve ribasso ma, nonostante questo, la Consob interveniva. Perché? Perché, secondo gli operatori, era arrivato al suo orecchio qualcosa di più di un semplice rumore. Nel pomeriggio, un comunicato Sme, riaffermava l'infondatezza delle indiscrezioni, sottolineando che «allo stato attuale concrete ipotesi di dismissione di società o rami d'azienda da parte della Sme riguardano unicamente le attività dolciarie in jointventure con operatori privati» e escludendo altre trattative «non potendosi giudicare tali le manifestazioni di interesse e proposte unilaterali». Più tardi, gli avvocati di Gardini stilavano una «corretta informazione». Per dire che, da sempre, il gruppo Gardini è interessato al business agroalimentare, che pertanto sono allo studio «potenziali acquisizioni», e la Sme rientra «in questo panorama strategico». A conclusione, Gardini smentiva di possedere titoli Sme, e precisava di non avere «in corso trattative con gli azionisti Sme». Se i comunicati confermano che non esistono accordi conclusi, per la stessa formulazione lasciano intendere che gatta ci cova. Nella holding alimentare dell'Iri, dopo le cessioni di alcuni ra¬ mi, restano molte attività che possono benissimo essere vendute. E che fanno gola a molti. Come, ad esempio, il settore «olio», per il quale l'amministratore delegato di Eridania, Renato Picco, ha già avanzato un'offerta. O come «Italgel» e i panettoni Motta e Alemagna, o le uova di cioccolato. Tutte produzioni che calzerebbero a pennello per la multinazionale svizzera Nestlè la quale, soprattutto con Italgel, potrebbe portarsi a ridosso di Unilever nel dominio del surgelato europeo. Un suo vecchio sogno. Del resto, non è un mistero che i vertici di Sme, Giancarlo Elia Valori e Mario Artali, hanno a cuore soprattutto la grande distribuzione (Gs) e la ristorazione (Autogrill, Motta Grill, Amico e Duomo Center), le aree che danno maggiori utili. E su di esse vorrebbero concentrare la loro attenzione. Lo stesso Artali si è appena detto interessato alla Rinascente. Curiosamente, nella ricerca di cespiti da privatizzare, nessuno ha mai parlato di Sme, che certamente non può considerarsi «settore strategico» Ma è un bisiness che, da sempre, i socialisti in particolare, ma anche molti democristiani, hanno difeso con le unghie e con i denti. A maggior ragione oggi che tutti gli altri spazi si stanno chiudendo. Ma, se veramente Gardini o una terza persona lanciassero un'Opa, sarebbe difficile per Uri e il Governo dire di no. La scelta apparirebbe a dir poco «impolitica». Tuttavia Gardini (che nella vicenda Enimont ha avuto Aitali come controparte), dopo aver impegnato circa 1500 miliardi nello shopping dell'ultimo anno (tutti praticamente a debito! non può correre per la Sme da solo. Può farlo, tuttavia, per Nestlè la quale, dopo l'affare Perrier, preferisce una linea defilata. Il solo sospetto di Gardini in pista verso Sme, ha scatenato la rabbia e la reazione del gruppo Ferruzzi, che, sempre ieri, con una nota, ha allargato l'offerta per il gruppo agroalimentare. E c'è da giurare che altri pretendenti si faranno avanti. La Sme, insomma, fa gola a molti, ed è entrata in zona rischio, su un terreno pericoloso e imprevedibile, che si presta a mille agguati. Valeria Sacchi Da sinistra il presidente della Sme Giancarlo Elia Valori e il presidente onorario di Mediobanca Enrico Cuccia

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