UNA MINACCIA DA STRONCARE di Alessandro Galante Garrone

UNA MINACCIA DA STRONCARE UNA MINACCIA DA STRONCARE IN questa lucida intervista l'on. missino Teodoro Buontempo ci racconta, da vicino, chi sono i naziskin italici. C'è un po' di tutto, in tale variegata specie: i beceri maneschi che vanno imbrancati agli stadi per urlare, insultare, aggredire un po' tutti; i picchiatori; i diffidenti e spregiatori degli immigrati extracomunitari, i razzisti. E' giusto distinguere gli uni dagli altri; ma anche scorgere quel che tutti li accomuna: lo spirito gregario; l'idoleggiamento di un Capo; l'ostentazione di segni esteriori, di slogan, di gesti di sfida; la tendenza a segregarsi in un fanatico inebriarsi di sé, e nell'odio per la società in cui vivono. Quel che ci deve preoccupare è il troppo facile trapassare da un quasi innocuo esibizionismo a esplosioni selvagge e violente di una brutale e distruttiva animalità, come la profanazione dei cimiteri ebraici o il fuoco appiccato alle capanne dei nomadi o agli edifici in cui sono accatastate masse di stranieri affamati in disperata ricerca di lavoro. C'è chi, come il segretario del msi, nega ogpi rapporto con loro in quanto si riferisce solo alle frange meno violente. Ma nessuno può fingere d'ignorare il quasi fatale scivolamento verso il peggio. Un solo esempio: la recente, spudorata esplosione di apologia di fascismo in piazza Venezia, nella quale sono ravvisabili precisi profili di reati perseguibili d'ufficio (missini o naziskin che fossero). Governo, magistratura, polizia non possono assistere inerti a questo scempio della Costituzione e delle leggi in vigore. Siamo in un momento critico della nostra storia: dietro i lugubri fantocci dei naziskin nostrani si annidano minacce ben più gravi. Occorre stroncarle sul nascere. Non si tratta di «criminalizzare» nessuno, come dice quel tipo singolare di missino che è l'on. Buontempo; bensì di prevenire e reprimere con energia l'affiorare di tendenze che possono sboccare nel crimine, lieve o grave che sia. Siamo in molti, vecchi e giovani, a pensarla così. E chiediamo che se ne tenga conto. Alessandro Galante Garrone

Persone citate: Buontempo, Teodoro Buontempo