I missionari: via l'ambasciatore

I missionari: via l'ambasciatore Sei riviste cattoliche contro la Farnesina per gli aiuti italiani al Terzo Mondo I missionari: via l'ambasciatore Comboniani, saveriani e padri della Consolata denunciano «Hanno spartito i miliardi usando il Manuale Cernetti» ROMA. «L'ambasciatore Santoro se ne deve andare». E' scontro al calor bianco tra il direttore generale della cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri e le più importanti riviste missionarie, per lo «scandalo» dei contributi italiani al Terzo Mondo. Tutto è cominciato qualche giorno fa, con l'inchiesta della Procura di Roma sugli aiuti alimentari all'Albania. Giuseppe Santoro, 62 anni, un diplomatico che ha trascorso buona parte della sua carriera sulle poltrone romane della Farnesina, si è sfogato con Repubblica, lamentando come per anni i partiti al governo abbiano «divorato» la cooperazione: «Si facevano programmi, a volte eccessivi, a volte estremamente ambiziosi, per rispondere al desiderio politico - ha confidato -. Poi, all'improvviso l'esigenza politica veniva stravolta, perché cambiava il ministro, cambiava il sottosegretario, e tutto si rinegoziava». Coraggiosa denuncia? Missionari ed organizzazioni di volontariato dicono di no e passano al contrattacco. «Dov'era in questi anni l'ambasciatore Santoro?», chiedono («sconcertate e sgomente») in una durissima nota le sei principali testate missionarie: Mgrizia, dei padri comboniani; Missione Oggi, dei saveriani; Mani Tese; Alfazeta; Missioni Consolata di Torino ed Emmaus Italia, foglio di collegamento delle comunità che si ispirano all' Abbé Pierre. «Non possiamo accettare - scrivono - che oggi un rappresentante di quella classe diplomatica che ha sempre rivendicato la capacità di gestire la cooperazione, scarichi pilatescamente le sue responsabilità accusando quel mondo dei partiti di cui è frutto, quel mondo che ha sempre servito, ricevendo in cambio avanzamenti di carriera». Non sono teneri, missionari e volontariato internazionale, con la Farnesina e coi governi che si sono susseguiti a Palazzo Chigi. Parlano di «una partitocrazia arricchitasi con i soldi dei poveri»; lamentano «una cooperazione esclusivamente funzionale al nostro sistema di imprese, che ne fruisce grazie a procedure oscure e ad una irresponsabile gestione che creano il terreno a corruzione e clientelismo»; sostengono di «non poter tacere» di fronte «alla devastazione a cui i Santoro, gli Andreotti e i De Michelis vari hanno portato la cooperazione». Interrogano pesantemente l'ambasciatore. «Dov'era in tutti questi anni Santoro, quando, parole sue, "mutamenti continui nelle scelte" avvenivano "per rispondere al desiderio politico" di alcuni "personaggi e del loro momento"? In base a quale senso del dovere ha accettato che "addirittura qualcuno che operava dall'esterno" potesse imporre programmi di cooperazione? Sono forse i missionari e le organizza- zioni non governative che ci hanno resi "disgraziati agli occhi dei partners europei"?». Denunce non nuove, se si pensa che - anni fa - dopo polemiche di questo tono padre Alessandro Zanotelli ha lasciato la direzione di Nigrìzia per andare missionario in una bidonville di Nairobi e, prima ancora, il saveriano Eugenio Melandri è uscito da Missione Oggi. Ora, le sei riviste si uniscono per chiedere «le immediate dimissioni dell'ambasciatore Santoro, triste gestore della cooperazione che ha distribuito i miliardi destinati al Sud del Mondo applicando il Manuale Cencelli con cui soddisfare gli appetiti partitocratrici italiani. E con lui - scrivono nel loro j'accuse - se ne devono andare tutti coloro che hanno distrutto la cooperazione, perché diventa immorale conservare un sistema che si nutre della fame dei diseredati della Terra». Dalla loro parte si schiera il sindacato che riunisce la maggioranza dei diplomatici italiani. Per 10 Sndmae è «opportuna la sostituzione immediata» dell'ambasciatore. Missionari e volontari non si accontentano: pretendono 11 commissariamento della direzione generale per la cooperazione e una inchiesta «sugli sprechi e sulle ruberie di questi anni». E' guerra su tutto il fronte. Mario Tortello «Un commissario alla direzione generale della cooperazione e un'inchiesta contro sprechi e ruberie» Giulio Andreotti e Gianni De Michelis Sotto: l'ambasciatore Giuseppe Santoro

Luoghi citati: Albania, Italia, Nairobi, Roma, Torino