La città è «nemica» per un milione di bimbi di Gigi Padovani
La città è «nemica» per un milione di bimbi Disagio minorile, esperti a convegno La città è «nemica» per un milione di bimbi A Milano uno su due gioca solo in casa Palermo, «pericoloso» andare a scuola FIRENZE DAI. NOSTRO INVIATO Aumento della solitudine rispetto a familiari e coetanei, difficoltà nell'impatto con la scuola, sensibile incremento dei disturbi psicologici in tutte le fasce d'età e senza distinzioni sociali. Si sa, in campagna e in provincia si sta meglio che in città, ma ora si scopre che esiste una sorta di malattia del «bambino urbano», del quale si può tracciare l'identikit. Se in Brasile i «ragazzi di strada» sono diventati una classe sociale, con tanto di sindacato e congressi annuali, quelli italiani potremmo definirli «bambini di casa», costretti a vivere tra la loro classe e le quattro mura domestiche, per evitare i tanti rischi della metropoli: traffico, droga, microcriminalità. Nello «Spedale degli Innocenti» a Firenze si sono dati appuntamenti sindaci, urbanisti, sociologi ed esperti dell'infanzia da tutto il mondo per un meeting organizzato dall'Unicef sul progetto del «bambino urbano». Si sono raccolti dati e statistiche da 4 Paesi (Brasile, Kenya, Filippine e India), mentre l'Istituto degli Innocenti di Firenze ha indagato su 4 città italiane: Milano, Napoli, Palermo e Firenze. In attesa delle soluzioni, i risultati delle ricerche sonp allarmanti. Un disagio crescente. In Italia un milione di minori vive in condizioni di difficoltà (su 8.791.815 bambini e adolescenti sotto i 18 anni). Sono 100 mila i ragazzi che non frequentano la scuola dell'obbligo, mentre il 6% dei minori ha problemi con la giustizia: guida la classifica la Liguria, con un 11%, seguita da Abruzzo, Campania, Molise e Toscana. Se «corrono il pericolo di essere coinvolti in attività criminali» quasi 800 mila di loro, 200 mila fanno già parte dell'esercito che alimenta mafia, n'drangheta e camorra. E c'è anche il lavoro nero: ne è toccato il 3%. Dice la sociologa Laura Solito, che ha coordinato le ricerche sull'Italia: «Negli ultimi tempi si è parlato molto di violenza sull'infanzia, sembra che siamo tutti dei bruti. Invece si dimenticano questi dati e non si fa nulla per evitare che i figli siano sentiti come "proprietà privata" dalla famiglia». Bambine segregate. Ecco i dati da Milano. Solo al 50% dei ragazzi viene permesso di giocare fuori casa senza la compagnia degli adulti, e la percentuale scende per le bambine. Lo stesso succede a Napoli: il 21% dei maschi dice di «passare molto tempo in casa», ma tra le femmine la percentuale sale al 63%. A Palermo la psicologa Anna Di Pasquale ha lavorato Allarme per i «b mbini urbani» nei quartieri Alberghiera e Borgo Nuovo: «Gli studenti dell'obbligo non si sentono sicuri nel percorso da casa a scuola, hanno paura a muoversi da soli, non hanno spazi dove trovarsi. Il Comune di Palermo spende ogni anno 18 miliardi in affitti di scuole pubbliche, anziché destinare in modo diverso le risorse». Genitori assenti. Crescono le famiglie «monoparentali», in cui il capofamiglia è la donna, che lavorando riesce a dedicare poco tempo ai figli. Se il padre c'è, come precisa la psicologa Annalisa Rossi Cairo, che ha curato l'indagine su Milano, «svolge un ruolo secondario e di sfondo: è scarsamente coinvolto nelle dinamiche familiari e lascia alla donna la responsabilità educativa». Le difficoltà di inserimento sociale si scaricano sui figli: il 90% delle famiglie seguite dai servizi sociali, a Milano, è di origine meridionale. Non avendo più modelli culturali di riferimento, la terza generazione di «figli del Sud» si lascia attirare dalle bande di quartiere. Pochi spazi. La metà dei bambini milanesi non va a giocare nei parchi, e del resto ogni cittadino del capoluogo lombardo ha a disposizione solo 5,4 mq di verde, contro i 45 di Amsterdam. Tra le cause di ricovero in ospedale per l'età da 0 a 4 anni, al primo posto ci sono le malattie dell'apparato respiratorio. E il 90% degli incidenti che coinvolgono pedoni in giovanissima età avvengono entro il raggio di cento metri dalle loro case. Famiglia e quartiere. In Brasile ci sono 7 milioni di «ninos de rua», nelle Filippine il 10%dei minori vive per le strade, un quarto della popolazione giovanile di Calcutta non ha un tetto. In queste situazioni estreme gli esperti dell'Unicef propongono di abbandonare la scelta degli istituti e chiedono di aiutare la famiglia perché riesca a occuparsi dei figH- Richard Murphy, assessore alla gioventù per il Comune di New York, ha illustrato il programma del sindaco Dinkins: molte scuole rimangono ora aperte dalle 7 del mattino alla mezzanotte, così genitori e ragazzi le possono usare per le loro associazioni. E accanto agli agenti di quartiere sono arrivati gli assistenti sociali di polizia, mentre il 75% dei servizi sociali è affidato ad organizzazioni di volontari. Persino a New York si tenta di far rinascere il borgo, con i «leader di quartiere» pagati dal Comune che hanno il compito di evitare le risse e sedare le discussioni interetniche. Gigi Padovani Allarme per i «bambini urbani»
Persone citate: Anna Di Pasquale, Annalisa Rossi Cairo, Dinkins, Laura Solito, Richard Murphy, Spedale
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