Raoul Casadei rinnega il liscio di Sergio Trombetta
Raoul Casadei rinnega il liscio Svolta in Romagna: sfrattato dal tempio del folk, il chitarrista cambia repertorio Raoul Casadei rinnega il liscio «E' ora di flauti e violini» RAVENNA. Si chiama «Romagna Capitale», non è ancora uscito ma è già al centro di furibonde polemiche. E' l'ultimo disco di Raoul Casadei, il re del liscio. Una corona, la sua, che proprio in questi giorni viene duramente contestata e che vede dividersi in almeno tre filoni i suoi sostenitori. Sembra il ballo più semplice del mondo ed invece alberga al suo interno più correnti di un partito di governo: integralisti, modernisti e possibilisti. Ma prima di tutto che cosa ha fatto di tanto grave Casadei, classe 1937, maestro elementare per 17 anni, che due giorni fa era a «Domenica in...» di Toto Cutugno e Alba Panetti a capitanare la squadra del Nord? Ha detto che non si può continuare a fare il liscio come lo faceva negli Anni 50 suo zio Secondo Casadei, che il liscio si deve evolvere. Ed ha annunciato un disco, «Romagna Capitale» appunto, dove abbandona i cliché abituali di polchette e mazurke, per lanciarsi invece verso quella che lui chiama «Musica solare» che sfrutta sonorità più moderne, ma comunque sempre popolari. «I cosiddetti tradizionalisti sono rimasti al Secondo Casadei del '47 o giù di lì. Io voglio rinnovare il suono del liscio; prima si lavorava soltanto con il clarinetto, e il sax alto; adesso è il momento di utilizzare la chitarra mediterranea a dodici corde, il violino, il flauto». Un atteggiamento che ha portato i tradizionalisti ad allontanare Casadei dalla Ca' del Liscio di Ravenna in difesa della purezza del loro ballo. Ma Raoul passa all'attacco: «Vogliono trasformare la Ca' del liscio in un locale per la terza età, dove i giovani sono malvisti». Dunque lo scontro è generazionale oppure di interessi o ancora di gusto? Luigi Toselli, proprietario del Dancing Le Cupole di Cavallermaggiore, dove tutti i venerdì e i sabati si balla il liscio dal 1969, cerca di chiarire questa intricata mappa: «Quello che si fa adesso da noi e in tutto il Nord è ben diverso dal liscio romagnolo tradizionale. Nelle orchestre di Romagna ci sono i clarini, con quel suono acuto insopportabile, e la musica è sempre la stessa, polchette e mazurche veloci. Da tempo invece per liscio si intende un ti¬ po di ballo all'antica, non solo valzer e tanghi, ma anche i ritmi sudamericani degli Anni 40 e 50, il samba, il cha cha cha. Sono queste le musiche che entusiasmano il pubblico delle nostre serate, un pubblico mature che ha voglia di ballare la musica della loro gioventù e insieme ha voglia di divertirsi ascoltando le orchestre che fanno sempre più spettacolo con i cantanti e gli sketch. E poi c'è il liscio secondo Casadei che è tutta un'altra cosa, che con il liscio c'entra davvero poco, che è tutto ritmi moderni». Dunque in principio c'è il clarinetto in do, quello che divide gli integralisti del «lissio» da tutti gli altri. Un modo di fare musica di cui Ayatollah incontrastata è la signora Riccarda Casadei, la figlia di Secondo. Riccarda ricorda i lunghi sacrifici del padre Secondo per affermare nell'immediato dopoguerra la sua autentica musica romagnola contro l'imperversare del boogie e dei ritmi americani. Una battaglia vinta con la sua fede nella musica tradizionale e di cui «Romagna mia» ha segnato il trionfo definitivo, portando con sé anche diritti d'autore a valanghe; e decretando la nascita di un vero e proprio impero del divertimento. Un patriarca «Brillante, simpatico, distratto - lo ricorda la figlia Riccarda -: a papà non piaceva la definizione di "liscio". Diceva che non capiva come venisse fuori questo nome visto che la danza era invece briosa, allegra, tutta basata sui saltelli e sugli stacchi». Sul nome della danza dunque si può discutere. Ma è sul modo di farla che le posizioni sono irremovibili. Secondo Casadei affrontava le sue canzonette con il violino e mandava in prima fila il clarinetto. Ed è proprio intorno alla sopravvivenza del clarinetto in do che si svolge la lotta infinita di questa dinasty padana. Sergio Trombetta «Non si può fare la musica che si suonava nel '50» Con il nuovo lp si cambia e fioccano le polemiche » A sinistra nelle discoteche «spopola» il folk di Romagna Sotto, Raoul Casadei ha lasciato il liscio
Luoghi citati: Cavallermaggiore, Ravenna, Romagna
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