«Così si muove la piovra» di Augusto Minzolini
«Così si muove la piovra» IN DIFESA DELLA VITTIMA «Così si muove la piovra» // vice di Lima: ipentiti soldati dei boss Lm ROMA m USO dei pentiti sta mandando in frantumi la civiltà giuridica in questo Paese. Ma come si fa a stare appresso alle loro parole quando non esiste nessun riscontro? Come è possibile che non ci sia nessuna differenza tra le prove e i sentito dire? Senza pensare che pentiti sono dei "soldati": ad uno di questi hanno chiesto prima di eliminare un detenuto dentro un carcere con una bistecchiera e adesso, le stesse persone che lo hanno comandato allora, gli avranno chiesto di dire queste cose». Eccolo qua Mario D'Acquisto, andreottiano da sempre e braccio destro di Salvo Lima in Sicilia, beve in solitudine un caffè alla «buvette» di Montecitorio mentre monta un caso con al centro il suo nome: i deputati della Rete hanno richiesto le sue dimissioni dalla carica di vicepresidente della Camera, ma lui resiste; e in questa chiacchierata, racconta la sua verità sulla Sicilia, parla di attacco alla de, di complotto della mafia. On. D'Acquisto, qualche riscontro c'è: Buscetta dice di aver incontrato Lima in un grande albergo di Roma... «Guardi se avesse detto che l'aveva incontrato in un casolare in montagna, forse ci avrei anche creduto. Ma non credo questo racconto: un uomo discreto e prudente come Salvo andare ad incontrare Buscetta in un grande albergo romano... Sarebbe stato un imbecille. O come quest'altra storia che avrebbe promesso ai mafiosi l'assoluzione in Cassazione. In questo caso, se avesse fatto una cosa del genere, sarebbe stato un suicida». Eppure i pentiti della mafia parlano di questo... «Io penso un'altra cosa. Al massimo una cosa del genere possono averla detta i capi cosca agli adepti, per tenerli calmi e uniti. Possono avergli detto: non vi preoccupate, noi abbiamo amici potenti e anche se ci hanno condannato vedrete che ci penserà qualcuno, chessò Andreotti. Poi, quando la condanna è stata confermata avranno gridato apposta al tradimento, per dimostrare che la promessa che avevano fatto era vera, che non millantavano. E forse proprio per dimostrare questo c'è scappato anche il morto». Ma perché in Sicilia il nome di Lima è sempre stato accostato alla mafia? «Lima è stato sempre il personaggio che ha guidato la lotta al comunismo. Era un uomo tutto d'un pezzo che non accettava compromessi. Poi hanno messo in giro questa storia e hanno creato questa atmosfera avvelenata intorno a lui». Ma perché proprio lui e non altri? «Tutti quelli che fanno politica in Sicilia hanno avuto qualche contatto con la mafia. Quando si fa politica si incontra tanta gente, si hanno tanti rapporti: qualcuno ti si presenta come avvocato, commerciante, cose del genere, poi scopri che è legato a quegli ambienti, a quel punto lo allontani ma intanto lo hai già incontrato. Quello a cui non credo sono le accuse che muovono al povero Salvo... Anche perché bisogna fare una differenza tra mafia vecchia e nuova: una volta c'erano personaggi legati a quegli ambienti che circolavano nella società; la nuova mafia, invece, è rozza, sanguinaria, non credo che ci siano dei politici che possano intrattenere rapporti con gente del genere». I Salvo, quindi, erano un'altra cosa? «Parliamo proprio dei Salvo. All'epoca i Salvo non erano latitanti. Uno di loro era vicesegretario della de di Trapani. Un altro era uno dei finanzieri più in vista dell'isola. Io mi ricordo ancora il giorno che andai al matrimonio della figlia, di unowdi loro, di Alberto. Guardi erano presenti tutti i magistrati del posto. Per capire le faccio un esempio: adesso nessuno andrebbe a pranzo con Ligresti, ma sei mesi fa, quando era considerato ancora uno dei grandi nomi dell'economia, credo che c'era gente che faceva la fila. Eppoi per essere precisi, i Salvo non hanno mai dato voti a Lima, né al sottoscritto. Sono sempre stati dorotei, i loro voti sono andati a Grillo, a Gullotti. Questo da quelle parti lo sanno tutti». Ma intato Orlando accusa soprattutto Lima, gli andreottiani e lei, chiedendo¬ le di lasciare la vicepresidenza della Camera. «Orlando vuole colpire Andreotti, ma anche tutta la de. Strumentalizza la lotta alla mafia per la sua politica. Non per nulla caduti gli andreottiani, adesso comincia a sparare su Marmino. Ma Orlando è solo un "anti", uno che non costruisce niente. Qui in Parlamento non l'ho mai visto fare una proposta». Di nuovo la storia del «complotto»? «Certo. C'è il tentativo di colpire la de a Nord con le tangenti, al Sud con la mafia. Questa è la verità. I pentiti parlano per "sentito dire", dicono che Lima aveva rapporti con la mafia, poi si accosta il nome di Lima a quello di Andreotti, e si va avanti così. Solo che così crolla la civiltà giuridica. Eppoi dopo crollerà il sistema e non vedo in giro cosa possa sostituirlo». Augusto Minzolini Mario D'Acquisto contrattacca «Contro Salvo una congiura postuma» Mario D'Acquisto (nella foto grande) e, da sinistra, il pentito Tommaso Buscetta e Ignazio Salvo
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