E il generale Maletti potrà riavere i gradi
E il generale Maletti potrà riavere i gradi Decisione della Corte Costituzionale E il generale Maletti potrà riavere i gradi Fu condannato perfalso ideologico durante il processo per piazza Fontana ROMA. Il generale Gianadelio Maletti, ex capo dell'ufficio «D» del Sid, definitivamente condannato per falso ideologico al processo per la strage di piazza Fontana, potrà forse riavere il grado. A far sperare l'alto ufficiale, andato in pensione sin dal 1981, è una decisione presa ieri dalla Corte Costituzionale. I giudici di palazzo della Consulta, pur respingendo un'eccezione sollevata un anno fa dal Tar del Lazio, hanno, infatti, stabilito che deve intendersi ormai abrogato l'articolo 70 della legge n. 113 del 1954 che senza alcun procedimento disciplinare disponeva a carico di un militare, condannato in sede penale con sentenza divenuta irrevocabile, l'automatica perdita del grado con conseguente rimozione dall'incarico. Viceversa, per effetto dell'entrata in vigore della legge n. 19 del 7 febbraio '90, il Parlamento ha disposto che «il pubblico dipendente non può essere destituito di diritto a seguito di condanna penale» e che «è abrogata ogni contraria disposizione di legge». Ovviamente può essere, però, inflitta la destituzione a conclusione del procedimento disciplinare, sempre che ne sussistano i presupposti. In pratica, il generale Maletti poteva essere degradato solo dopo un regolare procedimento Gianadelio Mal ti disciplinare. Ma nel suo caso non è più possibile avendo lasciato il servizio da 11 anni. Il generale Maletti, che risiede oggi in Sud Africa, era stato automaticamente degradato per effetto del verdetto con cui il 27 gennaio '87 la prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, aveva confermato la sua condanna ad un anno e 10 mesi di reclusione inflittagli dalla Corte d'assise d'appello di Bari per violazione dell'articolo 479 del codice penale. Fu, infatti, ritenuto responsabile di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici per aver fornito un passaporto falso al neofascista Marco Pozzan per aiutarlo ad espatriare in Spagna. Maletti restò, comunque, in libertà avendo ottenuto la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena. Il 26 gennaio '89, cioè due anni dopo la pronuncia della Suprema Corte, il ministero della Difesa, direzione generale per gli ufficiali dell'esercito, comunicò a Maletti, tramite il consolato d'Italia a Johannesburg, la perdita del grado di generale con decorrenza dal 10 ottobre '81, data della sua cessazione dal servizio attivo. Maletti ricorse subito al Tar del Lazio che, accogliendo le sue tesi, si rivolse alla Consulta. [p. 1. f.] Gianadelio Maletti
Persone citate: Corrado Carnevale, Gianadelio Maletti, Maletti, Pozzan
Luoghi citati: Bari, Italia, Johannesburg, Lazio, Spagna, Sud Africa
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