E nella Cgil spuntano i «ribelli» di R. M.

E nella Cgil spuntano i «ribelli» Proclamato per giovedì 29 uno «sciopero generalizzato» nelle aziende del Nord E nella Cgil spuntano i «ribelli» Oltre 150 consigli di fabbrica scavalcano i vertici MILANO. Nel sindacato torna a salire la pressione. Poiché i vertici di Cgil, Cisl e Uil non vogliono.aumentare la pressione contro il governo, è la base a prendere l'iniziativa. Il primo appuntamento è per giovedì 29 (giorno dello sciopero nazionale dei chimici) e la decisione è stata presa sabato da 160 consigli di fabbrica del Nord che si sono riuniti a Milano. Lo sciopero sarà di quattro ore e sarà accompagnato da manifestazioni e cortei in molte città. Questa iniziativa è stata subito sponsorizzata da Rifondazione comunista che preme sulle confederazioni perché non vengano lasciati soli i «più di cento consigli di fabbrica che unitariamente hanno dichiarato lo sciopero». Lo ha detto, in una dichiarazione, il segretario di Rifondazione Sergio Garavini. Soprattutto per Bruno Trentin, leader della Cgil, c'è una spina nel fianco in più. «La Cgil - ha aggiunto il leader di Rifondazione - nella sua storia, dalla Resistenza ad oggi, ha sempre sostenuto le iniziati- ve unitarie di lotta, e sarebbe la prima volta, un tragico precedente, se ciò non avvenisse e i lavoratori in lotta non trovassero il 29 ottobre con loro la confederazione fondata da Di Vittorio». Quale portata avrà questo sciopero? Sabato i promotori della mobilitazione hanno lanciato un appello ai delegati delle fabbriche del Nord parlando di «una giornata di lotta generalizzata» sull'onda delle dichiarazioni già rilasciate in precedenza da Sergio Bertinotti, leader di «Essere sindacato», l'ala sinistra della Cgil. Ma è da subito evidente che all'interno della maggiore confederazione sindacale italiana (i «ribelli» nella stragrande maggioranza hanno in tasc^ la tessera della Cgil) è nato una specie di «sin¬ dacato parallelo» che, senza scendere sul terreno dello scontro frontale con Cigl, Cisl e Uil, intende muoversi per conto suo. A tal punto che il «Coordinamento dei consigli sindacali», così si chiama il nuovo movimento, ha già deciso di riconvocarsi il 9 novembre per decidere una nuova fase di agitazioni. La strategia è quella di proclamare tanti scioperi di categoria che, sommandosi l'uno con l'altro, finiscano con il trasformarsi in un vero e proprio sciopero generale. Scontenti del primo sciopero generale, i «ribelli» puntano il dito sull'intera manovra economica del governo: dal voto di fiducia chiesto da Amato («un atto di imperio che ha impedito ogni possibilità di discussione in Parlamento») all'abolizione degli scatti della scala mobile, agli «iniqui provvedimenti» relativi a previdenza e sanità. Dall'appello, per ora, manca soltanto il pubblico impiego, che il Coordinamento intende però coinvolgere in tempi successivi, [r. m.]

Persone citate: Bruno Trentin, Di Vittorio, Sergio Bertinotti, Sergio Garavini

Luoghi citati: Milano