Gli inverni di Tino Aime le accensioni di Aimone e l'Ottocento piemontese di Angelo Mistrangelo

Gli inverni di Tino Aime le accensioni di Aimone e l'Ottocento piemontese Serie di mostre con la grafica Gli inverni di Tino Aime le accensioni di Aimone e l'Ottocento piemontese Una serie di mostre di grafica caratterizza l'itinerario espositivo. In particolare, al Palazzo della Giunta Regionale (piazza Castello 165) si è inaugurata la personale di Tino Aime. Residente a Gravere, in Valle di Susa, l'artista racconta nelle pagine incise e nei delicati acquerelli il fluire dei giorni in questa parte del Piemonte: tra le fredde sere a Cels e l'ultima neve ad Amazas, fra le betulle a Bastia e gli interni delle baite con il bricco del caffé, i fiori secchi, le rose appassite. Si avverte - come ha scritto Mario Rigoni Stero. - «il passato e il presente, nel paesaggio malinconico di questo nostro tempo». E' un tempo di memorie affioranti con tutta la loro carica di suggestivi accenti esistenziali, di silenzi che avvolgono gli oggetti consueti. Questi ultimi gli appartengono come la luce che «scopre» i merli nei campi o un'orchidea o, ancora, l'incontaminato fascino di una natura attentamente analizzata e registrata con misura espressiva. L'Associazione Culturale «Saletta Rossa» (corso Valdocco 4/a, sino al 10 novembre), propone una ventina di opere (in vendita a circa un milione l'una) di Nino Aimone e Mario Surbone. Titolare della Cattedra di Decorazione all'Accademia Albertina, Aimone presenta acquerelli dall'impianto astratto, dalla vivace accensione dei rossi che sottolineano queste sue strutture realizzate con impalpabile leggerezza. E ai rossi si contrappongono i neri, gli azzurri lievi ed aerei, i grigi polverizzati nella luce che s'insinua nel tessuto della materia. Una materia che in Surbone viene utilizzata per definire tempere e carboncino su carta che sviluppano soggetti quali «Farfalla» e «Ala», «Vertigine» e «Araldico». Un'essenziale rassegna di quadri dell'Ottocento piemontese è in corso alla Galleria «Palbert» (corso Vittorio Emanuele 28, sino all'8 novembre). Si parte dal rasserenante «La collina di Pecetto» (1901) di Silvio Allason per giungere alle nature morte di Giuseppe Palchetti del 1882, alla «Venezia» di Giacomo Grosso. Angelo Mistrangelo «Sera a Cels», tecnica mista di Aime

Persone citate: Aime, Giacomo Grosso, Giuseppe Palchetti, Mario Rigoni, Mario Surbone, Nino Aimone, Silvio Allason, Surbone, Tino Aime

Luoghi citati: Amazas, Gravere, Piemonte, Susa, Venezia