Ricercato da quarant'anni Era sempre stato a casa

Ricercato da quarant'anni Era sempre stato a casa Carrara, la scoperta solo dopo il suo suicidio Ricercato da quarant'anni Era sempre stato a casa CARRARA. Ha beffato tutti per quarant'anni: le forze dell'ordine, gli ufficiali di anagrafe e i suoi concittadini. E il segreto che questa insospettabile «primula rossa» nascondeva da una vita è venuto alla luce solo sabato scorso, quando il settantanovenne Gino Giorgi ha deciso di arrendersi a modo suo e si è impiccato con un fil di ferro nell'abitazione della moglie Gina Baracchini, 81 anni, deceduta per malattia il giorno seguente. Quando negli uffici dei comune di Carrara si è dovuto stilare l'atto di morte ecco il primo colpo di scena: Giorgi non esisteva. O meglio, era «inesistente» dal 1951, quando era stato classificato «irreperibile» dai rilevatori del censimento. E nel 1963, non essendosi trovata traccia dell'uomo neppure durante il censimento di due anni prima, l'anagrafe di Carrara lo aveva tolto dallo Stato civile della moglie. Ma perché Giorgi era scomparso senza lasciare traccia? L'interrogativo è durato solo poche ore e un'altra grossa sorpresa ha lasciato tutti di stucco: l'uomo era latitante dagli Anni Cinquanta, evaso dal carcere dove stava scontando una condanna a 29 anni per concorso in omicidio volontario. La caccia a Giorgi, evidentemente, doveva essere stata interrotta da tempo. L'uomo era irreperibile dal 1961 anche per la Procura della Repubblica e le forze dell'ordine avevano probabilmente accantonato in qualche cassetto la sua foto segnaletica, dimenticandola. Sì, perché l'uomo, secondo numerose testimonianza, viveva con la moglie da tempo e nessuno aveva mai sospettato che non fosse un cittadino qualsiasi. Verso la fine degli Anni Quaranta Giorgi venne accusato di concorso in omicidio aggravato con altri tre carraresi. Il quartetto, durante una rapina, aveva ingaggiato un conflitto a fuoco con la polizia e un agente era rimasto ucciso. Arrestato, Giorgi scontò alcuni anni di carcere. Ma non fu un detenuto modello: i tentativi di evasione si susseguirono con ritmo accelerato, tanto che venne trasferito più volte da un carcere all'altro. Nel 1951 l'ennesimo tentativo riuscì e Giorgi prese il largo. Inutile ogni ricerca: di lui non venne mai trovata la minima traccia. Gli investigatori pensarono che fosse espatriato, qualcuno disse che Giorgi aveva preferito la Legione straniera alle patrie galere. Forse è la verità. 0 forse l'uomo non aveva mai lasciato la sua terra, per stare vicino ai propri affetti, alla moglie che amava. E che l'amasse davvero è dimostrato dal fatto che l'ha voluta precedere nella morte. La donna, gravemente ammalata da tempo, sabato scorso era ormai giunta alla fine. E Giorgi ha preferito non continuare a vivere senza di lei. Ha preso del fil di ferro, lo ha assicurato al tubo del gas e si è impiccato, dandosi una morte che, a lui «inesistente», non spettava neppure. Ma così ha svelato il lungo giallo della sua vita e offerto alla giustizia un vero colpo si scena. Insieme alla soluzione di un caso giudiziario dimenticato. Maurizio Centini

Persone citate: Gina Baracchini, Gino Giorgi, Maurizio Centini

Luoghi citati: Carrara