Lascia il commissario del Maria Vittoria

Lascia il commissario del Maria Vittoria Sono sei le Usi del Torinese senza vertici Lascia il commissario del Maria Vittoria Lascia? Non lascia? Mah. «Io l'ho nominato, e io lo invito a restare», dice l'assessore alla Sanità, Eugenio Maccari. «Solo lui può proseguire il lavoro di bonifica», dicono i primari dei «suoi» ospedali, il Maria Vittoria e l'Amedeo di Savoia. Lui, Giorgio Grando, commissario straordinario dell'Usi 4, ha già presentato le dimissioni e adesso se ne sta chiuso in ufficio a riflettere sul da farsi. Allora, resta o se ne va? Sbuffa: «Ma come faccio? Qui c'è un sistema che genera problemi su problemi. Non è mica semplice da decongestionare...». E' un momentaccio, per Grando. Certo, i risultati di cinque mesi di gestione della Usi più disastrata di Torino stupirebbero qualsiasi manager privato: il trend della spesa è stato abbassato di 15 miliardi, sono state riviste le vecchie procedure di assegnazione degli appalti, alcuni servizi sono stati accorpati, altri soppressi, altri ancora razionalizzati. E tutto questo senza scatenare rivolte del personale. Ma c'è un ma. Giorgio Grando è stanco. Ne parliamo? «Ma no, lasci stare, che non è il momento di sollevare polemiche», fa lui. E allora infiliamo l'ingresso di corso Tassoni e_andiamo a parlarne con i primari. Sono tutti qui, secondo piano del Maria Vittoria. Un busto sul pianerottolo ricorda la figura di Giuseppe Berruti (1841-1911), «fondatore dell'ospedale». In uno stanzone triste come un giorno di pioggia, i primari presentano il documento che hanno approvato all'unanimità e inviato a un gran numero di persone, dal ministro della Sa^ nità alle segreterie dei partiti. Testuale: «La giunta regionale sembra non intenzionata ad adempiere a quegli atti idonei a garantire la continuità del programma concordato». E ancora: «In conseguenza di ciò il commissario ha deciso di lasciare». Che significa? Spiega la dottoressa Alessandra Gallo, direttrice sanitaria, che la serie di arresti all'Usi 4 ha decapitato la classe dirigente dell'ospedale, senza sostituirla: «Quei posti sono ancora occupati da persone indagate o in prigione. Finché l'assessore non li caccerà, applicando la legge sulla cosiddetta "incompatibilità ambientale", la nostra struttura non potrà mai funzionare come dovrebbe». Assessore Maccari, davvero mette un freno al risanamento dell'Usi 4? Sbotta: «Si fa presto a parlare di incompatibilità ambientale. Le norme sul trasferimento del personale del pubblico impiego sono quelle che sono. Posso solo assicurare che ci sto provando. E che la buona governabilità dell'Usi 4 è un mio obiettivo. Mi auguro che Grando ci ripensi». Così, sentiti i primari e l'assessore, la faccenda torna nelle mani del commissario straordinario. Scelta difficile, la sua. In cui gioca un ruolo non marginale la vicenda che lo vede nei panni del rinviato a giudizio per una presunta storia di sgambetti tra funzionari all'Usi di Arona, da cui dipende. Alle accuse di interesse privato, lui ha sempre ribatutto: «Ho impedito un appal¬ to miliardario e ora cercano di farmela pagare». Ma la precisazione non è bastata a mettere Grando al riparo dagli attacchi del consigliere regionale missino Zacchera: ((Aspettiamo che si chiariscano le sue disavventure giudiziarie». Il commissario c'è rimasto male. E, dopo questi mesi pancia a terra, s'è posto mentalmente da parte. E adesso? Se per Grando il richiamo delle nebbie di Borgomanero sarà più forte degli inviti a non mollare, l'Usi 4 diventerà come la 8 (Molinette), la 9 (Cto) e come le Usi di Pinerolo, Nichelino e Orbassano: strutture, per un motivo o per l'altro, senza governo. Gianni Armand-Pilon I primari con il documento approvato all'unanimità: «La giunta regionale sembra non intenzionata ad adempiere a quegli atti idonei a garantire la continuità del programma concordato»

Luoghi citati: Arona, Borgomanero, Nichelino, Orbassano, Torino