Mondonico: sono l'unico colpevole di Claudio Giacchino

Mondonico: sono l'unico colpevole Mondonico: sono l'unico colpevole «Senza Marchegiani sarebbe finita anche peggio» TORINO. La sera russa è ricca di sorrisi e l'allenatore Gazzaev scherza: «M'auguro che questa vittoria ci frutti qualche dollaruccio di premio». La sera granata, invece, è piena di sospiri e dell'onesto riconoscimento: «Dinamo superiore». Annoni, addirittura, parla di «lezione di calcio subita nel primo tempo» e Mondonico si assume la colpa della sconfitta. «Ho sbagliato a mandare allo sbaraglio la squadra, tatticamente sono responsabile. Nel primo tempo il Torino era troppo sbilanciato in avanti e i moscoviti ci hanno messo in grossa crisi con il contropiede». L'allenatore granata aggiunge: «Spero di non commettere in futuro simili errori tattici, a cominciare già dal ritorno in Russia. Certo, per pensare, adesso, di andare là e fare due gol ci vuole una buona dose d'ottimismo o di fantasia. Però, se faremo tesoro della conoscenza acquisita sulla Dinamo, forse potremo combinare qualcosina di buono». Non c'è bisogno di domandare, Mondonico è monologante: «Parlavo, alla vigilia, dell'importanza che riveste il pallone in un Paese che ha fame, eh sì, la fame aguzza l'ingegno. Infatti, avete notato come i nostri avversari, pur essendo un complesso giovane, si sono rivelati esperti sotto il profilo tattico?». Il mister sconfitto ribadisce di essere l'unico responsabile di questo 1 -2, assolve i propri gio¬ catori, «tra cui due, tre hanno giocato alla grande». Una menzione per Marchegiani «autore di quattro parate eccezionali», l'ammissione «Non conoscevamo la Dinamo, comunque non ce l'aspettavamo così... purtroppo il tempo per studiarla era poco, li abbiamo analizzati nella sola occasione possibile (tre settimane fa, nel derby moscovita con la Lokomotiv, ndr)». Poi, in conclusione, il rimpianto: «Nel primo tempo ci stava tutta la vittoria dei russi, ma nel secondo abbiamo fatto la nostra parte e non meritavamo di perdere. Almeno il pari ci stava tutto». I giocatori se ne vanno tra sussurri e risposte monosillabiche, Sergio gorgoglia: «Dite che il secondo gol è colpa mia. Ah, quel maledetto pallone m'è passato sotto la scarpa, mi dispiace tanto, per la squadra». Borsano (ironia della sorte), contestatissimo nei giorni delle vittorie, è stato lasciato in pace dalla curva proprio nel momento della sconfitta, non vuol sentir parlare di resa e declama il classico motto dei disperati: «Non tutto è perduto». In tribuna c'era Sacchi: elogi a Marchegiani, alla Dinamo, «straordinaria la sua velocità». La partita ha segnato Scifo, il belga teme d'essersi fratturato il pollice della mano destra. Casagrande ha giocato con una caviglia malconcia. Claudio Giacchino

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