Farassino canta Pavese e la Lega dorme

Farassino canta Pavese e la Lega dorme Ieri sera al Teatro di Torino prima per «Il Blues delle cicche», regia di Massimo Scaglione Farassino canta Pavese e la Lega dorme «E' varietà, la politica non c'entra» e da Bossi neanche un telegramma TORINO. La Lega e i falò: è stato commentato anche così il ritorno al teatro del deputato Gipo Farassino, che, diretto dal senatore Massimo Scaglione e accompagnato dal pianista Raf Cristiano, ha debuttato ieri sera al Teatro di Torino con «Il Blues delle cicche». Se qualcuno si aspettava una «convention» leghista, magari un subdolo espediente per lanciare dal palcoscenico qualche arroventato slogan separatista, ha dovuto ricredersi. La platea (un centinaio di persone appena) era formata dai fedelissimi fans di Gipo, persone tranquille che lo amano fin da quando, barrierante comunista, faceva il verso ai francesi e cantava un Piemont polaresco, ruvido, terribilmente malinconico. E lui, lo chansonnier di via Cuneo, gratificava la platea ritrovata con uno dei suoi idoli poetici, con Cesare Pavese, visto nel suo rapporto con le donne, con la terra, con la solitudine, con la piola. Ispirandosi a un episodio del romanzo «Ciau Masino», Gipo e Scaglione hanno immaginato Masino presentarsi al direttore di un'orchestra d'avanspettacolo e offrirgli il testo di una canzone, «Il Blues delle cicche», subito eseguita. Da qui prende le mosse l'intero spettacolo. Che è una specie di calco del varietà, con canzoni degli Anni 30 («Marilù», «Prateria», «Serenata di Don Giovanni», chi le ricorda più?), con pezzi dialettali che Gipo non interpretava da anni. E ogni volta si apre uno squarcio di vita, una situazione. La campagna è evocata da «Monticone», che Paolo Conte scrisse anni fa per Farassino, l'America torna con «Mari del Sud», «Stella d'argento», «San Francisco». Tra un quadro e l'altro troviamo, come un'os¬ sessione, la presenza femminile (la danzatrice Loredana Fumo), che è di volta in volta la grande Milly, una soubrettina o l'amatissima Constance Dowling, l'attrice americana che sembra abbia provocato il suicidio di Pavese. Quando la danza di FurnoDowling è interrotta da un libro che cade, Gipo recita «Verrà la morte e avrà i tuoi occhi». Commozione. Applausi. Fine. E così l'onorevole Farassino è tornato al suo pubblico. Si direbbe nel disinteresse del partito. Neppure Bossi gli ha mandato un telegramma. Quelli che sono arrivati erano firmati da teatranti. «Ma è giusto che sia così spiega Scaglione -. Avremmo potuto lanciare l'appello, ma desideriamo distinguere il teatro dalla politica. Abbiamo fatto teatro per 23 anni. Vogliamo continuare a farlo senza mescolare le carte». [o. g.] Gipo Farassino

Luoghi citati: America, San Francisco, Torino