Il Lingotto fa tic tac ecco la bomba Swatch

Il Lingotto fa tic tac ecco la bomba Swatch L'orologio in plastica che ha cambiato gli ultimi dieci anni del costume Il Lingotto fa tic tac ecco la bomba Swatch tTj\ TORINO » E ha fatta di strada il picB colo orologino svizzero di ■ plastica, con le lancette * 11 che annegano in un vuoto colorato pieno di meccanismi fluorescenti e di suggestioni misteriose. Dal basso delle sue cinquantamila lire ha solleticato lo snobismo vip dei potenti, ha circuito i polsi pallidi di dame prima infarciti di gioielli, ha affascinato torme di minori come negli ultimi tempi non son riusciti a fare né Mazinga né, tantomeno, Pinocchio. Si dice che lo Swatch abbia sedotto persino il Papa: un piccolo «scubino» bianco, con cinghietto bianco, tanto démodé quanto un paio di scarpe bianche nei piedi di un curato. E poi Francis Coppola, Tomba, Andreatta, Michael Douglas, Redford, Villaggio, Baudo, Minoli, Arbore, Montezemolo, Simon Le Bon, Albertazzi, Monica Vitti, Bianca dAosta... Ora l'apoteosi, il Lingotto trasformato in tempio: una messa autocelebrativa con l'oggetto elevato a simbolo di un'epoca, il pezzo numero 100.000.000 (cento milioni, meglio ripeterlo anche in cifre come per gli assegni) sottratto alle mani del pubblico collezionista e vorace per essere innalzato su un altare. La Swatch Emotion incomincia oggi per la stampa e per Ornella Muti, Rosanna Schiaffino, Isabella Ferrari, per qualche noto della banda Avanzi con le dovute cautele da usare con i big annunciati ma non sempre arrivati. Uniche certezze: Alessandro Bergonzoni ed Arturo Brachetti che dovranno esibirsi per contratto. Ma l'apoteosi vera sarà domani alle 10, quando le porte saranno aperte al pubblico e non solo ai collezionisti con invito. La mostra, curata da Alessandro Mendini, resterà a Torino fino al 22 novembre, dopodiché toccherà tutte le più grandi capitali europee, prima di ritirarsi definitivamente in Svizzera dove rimarrà a permanente memoria di un decennio del nostro costume. L'anfitrione è Franco Bosisio, un milanese bocconiano quarantaduenne con un passato da Pro- cter & Gamble, Carrier e Cinzano, a cui la Swatch ha affidato il suo ducato preferito, l'Italia: «Il nostro Paese rappresenta il 15 per cento del mercato. Precede Germania, Stati Uniti, Francia, Spagna e Svizzera». Pochi sanno che Swatch vuol dire anche Omega, Longines, Tissot, Hamilton e via discorrendo; che fattura 3 mila miliardi, dei quali l'orologino di plastica rappresenta più dei due terzi, il doppio cioè del numero due del settore. E pochi immaginano che questo colosso ha altri tre assi nella manica: il Telefonino Swatch (tecnologia Nokia, uscita a novembre) destinato a ripetere il successo dell'orologio con i suoi colori (per ora verde, blu e bordeaux trasparente) ed il suo design fantasioso; lo Stop Watch, un crono semplificato, con un solo pulsante, le lancette che tornano indietro per trasformarsi in cronografo; ed una Sveglia da Polso che, invece dei soliti bip, trasmetterà una musica Swatch ideata da Michel Jarre. Non basta. Dice Bosisio: «La gente non sa che noi viviamo di ricerca. Non stupitevi quando vedrete viaggiare per strada una macchina elettrica rivoluzionaria come lo Swatch: abbiamo già il motore, un brevetto naturalmente, i modellini a Londra e la Volkswagen come partner». Questo vuol dire che guardate al futuro perché la galoppata Swatch sta per esaurirsi nel pantano della crisi? «No. Il futuro è ecologia, e noi vogliamo esserci dentro. E poi siamo partiti con un'idea tecnologica a basso costo dieci anni fa (50 mila per lo Swatch, 60 per lo Scuba, 90 per l'Automatico e 100 per i Chrono) e non l'abbiamo mai cambiata. Le pare che ci possa toccare una crisi? Piuttosto, non riusciamo a seguire gli ordini». E allora, entriamo in questo museo dell'inventiva svizzera. La follia «fluo» che ha fatto impazzire un decennio inizia subito: si passa per un immenso tunnel dove i suoni attutiti delle linee di produzione dello Swatch giungono aumentando a mano a mano che si procede verso la lu- ce di una piazza stroboscopica ai cui bordi si aprono sei archi di colore diverso, sei edicole per introdurre il visitatore in altrettanti mondi. Il primo è il Time to play, fatto di danze, di mimi, di corse sfrenate in skateboard, di musiche rap e ragamuffin. Seguono: Time to move, uno spazio di introspezioni ecologiche; Time To... Morrow, con quattro «touch screen», schermi tattili per giocare con la storia Swatch; Time to spot, dove si vede l'evolversi della comunicazione Swatch, dai video ai cataloghi, dai manifesti alle campagne televisive; rime to dream, vale a dire l'immensa mole fantastica di disegni, di progetti e di desideri realizzati da bambini, da professionisti e da amatori che non sono mai diventati operativi, ma che hanno fornito un patrimonio di idee in continuo movimento. Infine il Time to art, il momento clou della Swatch Emo- tion dove i grandi artisti e designer, inventori dei quadranti di quel tempo diverso che è diventato la swatchmania, presentano i loro orologi e le loro opere: Jean-Michel Folon, Mimmo Paladino, Massimo Giacon, Pierre Alechinsky, Sam Francis, Poi Bury, Valerio Adami, Keith Haring, Niklaus Troxler, Not Vital, FeliceVarini, Alessandro Mendini, Kiki Picasso, Ugo Nespolo e Matteo Thun «King». Ci sono tre famiglie di Swatch: la standard ( 100-200 mila pezzi non firmati, uno di questi era il famoso JellyFish a cui è poi stata apportata una modifica), la speciale artista (da 5 a 15 mila esemplari) e la serie minima (cento, duecento pezzi, uno diverso dall'altro). «Quest'ultima dice Franco Bosisio - è stata abolita per evitare speculazioni. La usavamo per eventi speciali, per manifestazioni di particolare rilievo. Alcuni pezzi sono finiti al polso di Gorbaciov, di Diana d'Inghilterra, del Dalai Lama, di Catherine Deneuve. Ma quante grane. Ora persino per la speciale artista facciamo ricorso al notaio: un sorteggio e poi l'assegnazione a seconda delle domande pervenute». E dire che tutto in Italia iniziò quando l'avvocato Agnelli e De Benedetti al ritorno da una vacanza in Svizzera... Piero Soria In arrivo anche il telefonino, il cronometro e la sveglia In ail teil cre la Vari modelli di Swatch contesi dai collezionisti A sinistra: Franco Bosisio: «Nell'ultimo anno sono stati venduti quattro milioni di Swatch in Italia, 10 in totale»