E il Tenno apparve sulla Tienanmen di Fernando Mezzetti

E il Tenno apparve sulla Tienanmen Per la prima volta nella storia un imperatore del Giappone a Pechino, si temono disordini E il Tenno apparve sulla Tienanmen Tokyo vieta a Akihito di chiedere scusa per la guerra Ma i cinesi non hanno dimenticato atrocità e massacri PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Per la prima volta nella storia un imperatore giapponese mette oggi piedi in Cina, con l'arrivo di Akihito per una visita ufficiale a celebrazione dei vent'anni dei rapporti diplomatici fra i due Paesi dopo la guerra. L'evento è preceduto da polemiche e malumori interni in entrambi i Paesi. In Giappone da parte degli ambienti più conservatori, nel timore che il sovrano debba esprimere contrizione e richieste di perdono per l'invasione della Manciuria nel '31 e del Paese nel '37, e per le atrocità compiute dalle armate imperiali: dal massacro di Nanchino dove, secondo i cinesi, nell'agosto '37 in pochi giorni furono trucidate 300 mila persone, agli esperimenti biologici compiuti su prigionieri dalla segretissima «Unità 701» basata in Manciuria, dove Tokyo manteneva lo Stato-fantoccio del Manchukuo con a capo Pu Ji, l'inetto ultimo sovrano della Città Proibita. In Cina, le polemiche non sono espresse apertamente dato il regime; ma i malumori sono lasciati esprimere con vari segnali, malgrado la visita avvenga su esplicite pressioni di Pechino su Tokyo al fine di guadagnare una legittimità internazionale dopo i fatti della Tienanmen. Motivo ufficiale del viaggio è la celebrazione dei vent'anni di rapporti diplomatici. In quell'occasione la Cina quale Stato rinunciò a reclamare i danni di guerra; ma in vista dell'arrivo dell'imperatore il regime ha tollerato l'iniziativa di privati per la richiesta di danni in quanto tali, che ammonterebbero a centinaia di miliardi di dollari. Avendo fortemente sollecitato la visita, Pechino è determi¬ nata a che essa si svòlga senza turbamenti. Ma negli ambienti studenteschi vi è fermento collegato alle polemiche giapponesi sulla inopportunità che il sovrano chieda perdono per il passato. Il governo nipponico ha deciso una posizione per cui Akihito, come fece con la Corea del Sud l'anno scorso, si limiterà a esprimere vaghi rincrescimenti per ciò che avvenne. Da molti segnali lui personalmente e la moglie sarebbero forse disposti a qualcosa di più, ma il governo non lo permette. Si temono manifestazioni, che non si sa fino a qual punto la polizia abbia ordine di reprimere. Il regime da una parte non vuole incidenti, dall'altra non disdegnerebbe che venisse alla luce che le atrocità nipponiche non sono dimenticate. E' un doppio binario che riflette i rapporti tra i due Paesi e la situazione in Asia. Entrambi, dopo la fine dell'Unione Sovietica, puntano a posizioni di inflenza sul continente, con conseguente rivalità, al centro della quale si pongono gli Stati Uniti. Per essi, l'alleanza col Giappone è diventata lo stru¬ mento per controllarne il riarmo; la Cina da una parte vede positivamente questa situazione, dall'altra contrasta il ruolo di Washington quale solitario gendarme nella regione, aspirando a prenderlo. E Tokyo, da parte sua, è preoccupata del recente potenziamento militare cinese, con in più pretese territoriali su due isole a Nord di Taiwan, ora sotto sovranità nipponica. Da parte giapponese, la visita conferma un ritorno del Giappone in Asia, dopo che dalla fine della guerra esso si è cercato amicizie soprattutto fuori del continente. Il primo viaggio di I Hirohito fu in America e in Eu¬ ropa; il suo erede come prima volta è andato l'anno scorso in quattro Paesi del Sud Est asiatico, venendo ora in Cina. Il programma prevede tre giorni a Pechino e visite a Xian e Shanghai. Tokyo ha avuto assicurazioni che il sovrano, benché privo di responsabilità politiche e solo simbolo del popolo, non capo dello Stato, avrà un incontro con Deng Xiaoping: personaggio che come lui non ha formalmente responsabilità politiche, ma che a differenza di lui è invece tutto il potere. Alla vigilia della visita è stato annunciato che da una ricerca congiunta risulta che i due Paesi si stannp avvicinando fisica- mente, per movimenti della crosta terrestre, al ritmo di 2,9 centimetri all'anno. Ma a questo ritmo la distanza di 1875,92 chilometri rimane incolmabile. Come quella politica, malgrado tutto. Tokyo sta attuando un piano di aiuti per oltre cinque miliardi di dollari; la sua presenza commerciale è forte, ma il totale degli investimenti supera appena i tre miliardi di dollari negli ultimi dieci anni, e la loro natura non comporta grandi trasferimenti di tecnologia. Tutto vorrebbe, Tokyo, meno che una Cina tecnologicamente avanzata. Fernando Mezzetti

Persone citate: Akihito, Deng Xiaoping, Xian