Dresda non fa la pace con la Regina di Emanuele Novazio
Dresda non fa la pace con la Regina GERMANIA Fischi e uova contro la sovrana nella città che fu rasa al suolo per vendetta dalla Raf Dresda non fa la pace con la Regina Grandi cartelli: ricordati del febbraio '45 Rito di riconciliazione col vescovo di Coventry BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con un gesto spettacolare destinato a segnare la riconciliazione fra Gran Bretagna e Germania, Elisabetta II ha reso omaggio ieri alla città di Dresda, semidistrutta dai bombardieri inglesi durante la seconda guerra mondiale. Ma la Regina ha dovuto constatare che il rancore è ancora tenace, fra la gente: al suo arrivo, è stata accolta dai fischi di un folto gruppo di manifestanti, con cartelli che dicevano «Ricordati del febbraio 1945», quando sotto le bombe morirono - secondo le diverse valutazioni degli storici - da 60 a 200 mila persone. Due uova hanno sfiorato la sovrana. La televisione tedesca, che trasmetteva in diretta la cerimonia - punto centrale della visita ufficiale di cinque giorni di Elisabetta - ha diffuso le testimonianze di alcuni sopravvissuti. Confermano quanto profondamente sia rimasto impresso l'orrore di quella tragica notte, fra il 13 e il 14 febbraio del '45: «Avrei voluto che la Regina attraversasse a piedi il centro per vedere le cicatrici delle bombe, avrei voluto che venisse a onorare i nostri morti raccogliendosi ai piedi delle rovine di Notre Dame», ha detto una donna di ottant'anni. Notre Dame, dalla quale restano soltanto alcune pietre diventate un memoriale, è il simbolo della distruzione di Dresda, che prima della guerra veniva chiamata la «Firenze dell'Elba». Davanti a duemila persone riunite in un'altra chiesa, Santa Croce, Elisabetta ha assistito insieme con il presidente federale Richard von Weizsaecker a un rito ecumenico di «riconciliazione e ricordo». Simboli¬ camente, il principe Filippo ha letto in perfetto tedesco un testo religioso, mentre il presidente della Sassonia, Kurt Biedenkopf, ha letto una preghiera in inglese. La cerimonia è stata concelebrata da monsignor Barrington-Ward, vescovo di Coventry, la città inglese distrutta nel 1940 dai primi bombardamenti tedeschi, e dai vescovi cattolico e protestante di Dresda, Reinelt e Hempel. Monsignor Hempel ha riconosciuto che la riconciliazione anglo-tedesca è «ancora una pianta fragile» e ha esortato a non «riaprire le vecchie piaghe senza volerlo». La popolazione tedesca, e in particolare gli abitanti di Dresda, teneva molto alla visita della Regina, dopo le polemiche delle ultime settimane. Tre mesi fa l'inaugurazione a Londra - da parte della Regina Madre - di una statua alla memoria di «Bomber Harris», che diresse l'attacco contro Dresda, aveva sollevato aspre critiche in Germania. A fine settembre il progetto tedesco - abbandonato all'ultimo momento - di celebrare il primo lancio della «V2», il razzo con il quale Hitler aveva bombardato l'Inghilterra a partire dal 1943, aveva sollevato indignazione in Gran Bretagna. Dopo Dresda, Elisabetta ha visitato Lipsia: in un discorso si è di nuovo sforzata di esaltare la solidità dei rapporti fra i due Paesi. Ma cinque giorni di visite e dichiarazioni non sono riusciti a migliorare le relazioni anglotedesche: a parte le memorie dolorose della guerra, Germania e Inghilterra continuano a scambiarsi accuse su problemi molto attuali come l'instabilità monetaria e il Supercaccia europeo. Emanuele Novazio A Dresda la gente sfila con un cartello che ricorda i 253 mila morti causati dalle bombe della Raf una vendetta voluta da Churchill nel 1945 quando la Germania era già sconfitta
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