I sindacati fanno muro
I sindacati fanno muro I sindacati fanno muro Matura un'intesa confederale ma nella Cgil è scontro totale ROMA. Ad un prezzo altissimo per la Cgil, clamorosamente spaccata al suo interno, ieri sera è stato raggiunto un accordo tra le tre maggiori confederazioni dei lavoratori sul giudizio da dare alla manovra e sul come proseguire la pressione per ottenere qualcos'altro dal governo, dopo i risultati acquisiti finora su fisco, pensioni e sanità. Bruno Trentin è riuscito ancora una volta ad evitare una pericolosa frattura con Cisl e Uil e l'isolamento della confederazione dal resto del movimento sindacale, ma le conseguenze sono state laceranti: non solo, come era facilmente prevedibile, si è trovato contro la componente di minoranza «Essere sindacato» con in testa Fausto Bertinotti, ma si è visto contestare anche da una grossa fetta di «occhettiani», fra cui non pochi dirigenti periferici e di categoria. Così, di fronte ad una reazione parzialmente inattesa, lo stesso Trentin ha deciso di astenersi nella votazione su un documento, proposto per la maggioranza dai segretari confederali Alfiero Grandi e Guglielmo Epifani, che realizzava le condizioni per la successiva intesa con Cisl e Uil. Né la vicenda sembra conclusa qui e qualcuno insinua la possibilità di nuove dimissioni del segretario generale. Dall'accordo tra Cgil, Cisl e Uil emerge che non saranno proclamati altri scioperi di categorie e regioni contro la manovra economica, come al contrario la Cgil aveva proposto in un primo tempo, ma saranno intensificate iniziative ed interventi nei confronti del governo e del Parlamento a sostegno di ulteriori modifiche soprattutto per quanto riguarda il blocco della contrattazione nel pubblico impiego e la sospensione della restituzione del fiscal drag. E, subito, sono state deliberate una manifestazione unitaria da attuare sabato 31 ottobre contro l'evasione fiscale stimata in oltre 130 mila miliardi l'anno e la convocazione dei tre consigli generali a metà novembre per definire il coordinamento di iniziative di lotta, più che altro concentrate sui nuovi temi posti nella trattativa. Come sottofondo, vi è stato un giudizio unitario sul bilancio del confronto con Amato e i suoi ministri (favorevole per parecchi aspetti, negativo per altri) e sulla necessità che la trattativa a Palazzo Chigi riprenda al più presto, allargandola alla politica industriale, all'occupazione e alla riforma del salario e della contrattazione sulla base dell'accordo triangolare del 31 luglio scorso. Il documento della maggioranza Cgil, che ha consentito questo approdo comune, era stato approvato nelle prime ore del pomeriggio con 100 «sì», 23 «no» e 25 astenuti. In quest'ultima schiera si sono ritrovati il segretario confederale Paolo Lucchesi, Paolo Brutti della Filt, Paolo Nerozzi della funzione pubblica, Mario Agostinelli della Cgil Lombardia, Giuseppe Casadio leader della Cgil emiliana, Carlo Ghezzi della Camera del lavoro di Milano, Duccio Campagnoli della Camera del lavoro di Bologna, Gianni Tedò della Camera del lavoro di Brescia, Gianni Rinaldini della Camera del lavoro di Reggio Emilia.. Gian Cario Fossi
Luoghi citati: Bologna, Brescia, Milano, Reggio Emilia, Roma
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