IL CAVILLO E IL REFERENDUM

IL CAVILLO E IL REFERENDUM LA CASSAZIONE DECIDE IL CAVILLO E IL REFERENDUM LA sorte di tredici referendum, la possibilità dei cittadini di pronunciarsi su temi come i sistemi elettorali, il finanziamento pubblico dei partiti, la legge sulla droga, l'elefantiasi ministeriale e il sottogoverno, tutto questo è appeso al significato di una' parola: anno. Nell'udienza di oggi della corte di Cassazione si discuterà di questo. Purtroppo per lui, il lettore interessato deve accettare di addentrarsi nelle sottigliezze del diritto. La legge stabilisce che «non può essere depositata richiesta di referendum nelì'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere». Può sembrare chiaro, ma non 10 è. Se dico che ho 49 anni, intendo una cosa. Ma se dico che il mio anno di nascita è il 1943, mi riferisco a un'altra. L'unità di misura è sempre la stessa, ma là è mobile, qui è fissa (l'anno solare, dal primo gennaio al 31 dicembre). Nel gennaio del 1992 si sono depositate le tredici ri chieste di referendum, mentre le Camere sarebbero scadute sei mesi dopo, il 2 luglio Per l'interpretazione mobile, 11 divieto di deposito riguar derebbe il periodo primo lu glio 1991-primo luglio 1992 e la legge sarebbe stata perciò violata; per l'interpretazione fissa, il periodo vietato sarebbe il primo gennaio-31 dicembre 1991 e la legge sareb be stata perciò rispettata. A prima vista, un'interpretazio ne vale l'altra. Il problema non è dunque pretestuoso, anche se indigna vedere questioni di tanta im portanza dipendere dal senso di una paroletta, per di più usata dal legislatore con leggerezza e senza intenzione. Ma tant'è. Il punto sostanziale è che la ragione del divieto è evitare il contemporaneo svolgimento del referendum e delle elezioni politiche. Si è imposto Gustavo Zagrebelsky CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Gustavo Zagrebelsky