Kalambay contro l'età e l'irlandese Collins
Kalambay contro l'età e l'irlandese Collins Boxe a Verbania: europeo dei medi Kalambay contro l'età e l'irlandese Collins Nel futuro del Seenne italo-zairese la sfida mondiale aJulianfackson VERBANIA DAL NOSTRO INVIATO Il nemico da battere Patrizio Kalambay lo vede quando si guarda allo specchio. Gli anni sulla carta d'identità sono tanti, 36 compiuti nell'aprile scorso, troppi secondo le leggi sportive italiane, tanto è vero che l'italo-zairese dopo ogni match deve sottoporsi ad un test medico federale per ottenere una nuova deroga alla pensione che scatta, per tutti gli sportivi militanti, a 35 anni. Ma il suo fisico è integro, è quello di un giovanotto sotto la trentina, secondo i medici, i dottori Zizzi e Boranga che seguono il campione d'Europa dei pesi medi. I rischi sono di natura psicologica, vengono dalla possibilità di sentirsi improvvisamente stanco dei sacrifici, dalla fatica sempre più ardua per rispettare i limiti di peso della categoria, dalla mancanza di stimoli per uno che è stato meritatamente campione del mondo e che, senza falsa modestia, si ritiene in panni un po' stretti con la corona europea, anche dopo i due tentativi falliti (per ko con Michael Nunn e ai punti con Mike McCallum) per ritornare mondiale. Finora Kalambay ha sconfitto il «pensionato» potenziale che è in lui, anche perché il suo manager Galeazzi e l'organizzatore Renzo Spagnoli, giustamente protesi a prolungare il più possibile la carriera di questo autentico fuoriclasse, purtroppo italiano solamente d'acquisto, gli hanno sempre offerto stimoli più o meno concreti per continuare oltre il limite uno splendido cammino, con cinquantacinque vittorie (trentatré per ko), un pari e cinque sole sconfitte (una per ko). La trattativa per una sfida mondiale a Julian Jackson, detentore del titolo dei pesi medi versione Wbc, è sempre in piedi: c'è una richiesta di 140 mila dollari con ovvio rilancio italiano, ma le possibilità che Patrizio possa presto risalire sul ring per una sfida al vertice sono davvero concrete. La condizione indispensabile però è quella di confermarsi non solo degno del titolo continentale ma anche legittimo sfidante per un Mondiale respingendo con chiarezza l'assalto che gli porta questa sera, sul ring del Pàlazzetto dello sport di Verbania, l'irlandese Steve Collins. Un irlandese di nascita (28 anni fa, a Dublino) e di convinzioni, ma sicuramente non di ceppo pugilistico. Il biondo Steve infatti, sportivamente, gravita da anni su Boston e dintorni, tanto è vero che è stato, tre anni fa, campione degli Stati Uniti della categoria. E' tornato a sentirsi «europeo» quando le sconfitte ai punti subite da Mike McCallum e da Reggie Johnson per il Mondiale Wba, lo hanno ricacciato ai margini della vetta. Da quando è tornato a casa, nel maggio dell'anno scorso, Collins (che ha come procuratore l'ex giocatore della Juventus Liam Brady) ha sempre vinto prima del limite ed ora cerca il rilancio a spese del «grande vecchio» Kalambay. Collins è un pugile dalla tecnica non trascendentale ma dal pugno solido, con un record di ventun vittorie (dieci per ko) su ventitré incontri, con due sole sconfitte, entrambe ai punti. L'irlandese può essere molto pericoloso soprattutto nelle prime riprese nelle quali solitamente Kalambay fatica a carburare. Ma se l'italo-zairese non scivolerà sulla buccia di banana dei primi rounds, tra lui e Collins non ci dovrebbe essere match. «Non mi sento ancora vecchio, rivoglio il Mondiale» dice Patrizio, guarito giusto in tempo, poco più di un mese fa, da un'infezione ad un piede riportata durante le vacanze trascorse nel natio Zaire. La conferma questa sera sul ring di Verbania, nel quale il tributo al campanilismo verrà dalla sfida del pugile locale La Fratta al tricolore dei superpiuma Adobati. Gianni Pignata
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