Caudillo e autore a confronto

Caudillo e autore a confronto Caudillo e autore a confronto «Quante fandonie su Guernica e Garcia Lorca» «Senza fretta ma senza pause ti stiamo dimenticando» Parla il Generalissimo I ~m |A guerra sollevò una grande curiosità internazionale, perché consideI i rata un saggio generale I *-*\premonitorio di future lotte di maggior portata e dai più lucidi come il primo combattimento aperto di un Paese per impedire la dominazione comunista (...). La stampa in mani del comunismo, della massoneria e delle agenzie giudaiche tendeva a sottolineare gli aspetti fascisti della nostra causa e mi descriveva come un militare ignorante, barbaro e senza scrupoli (...) e mentiva sui nostri presunti gesti di barbarie, in particolare sui tre più sfruttati dalla propaganda antispagnola internazionale: le uccisioni nell'arena di Badajoz, il bombardamento di Guernica e l'esecuzione del poeta granadino filomarxista Garcia Lorca. I fatti accaddero così e in nessuno di essi partecipai direttamente. Yague riuscì in una prodigiosa conquista di Badajoz, ma avendo pochi uomini fu costretto a un'azione repressiva spettacolare che fu uno dei pesanti discrediti che ci dovemmo trascinare per tutta la guerra. Temendo di non avere abbastanza sentinelle per controllare gli oltre duemila prigionieri rossi che potevano diventare un pericolo futuro, Yague li concentrò nell'arena di Badajoz e li fece mitragliare. Meritavano senza dubbio la fucilazione, perché quasi tutti erano rossi provati, ma il sistema di sterminio fu troppo sbrigativo, e lo stesso Yague ammise a un corrispondente straniero che fu un ordine dettato dalla propria debolezza operativa, spiegazione tecnica che qualsiasi militare è in grado di capire. E' invece infondata la notizia che alcuni prigionieri venissero torcati e infilzati di banderillas (...), e ci vilipesero per la fucilazione di Garcia Lorca ordinata da Queipo del Liano con la formula telefonica da lui adoperata: «Dategli del caffè...». Al posto di Queipo non avrei creato un martire tanto adoperabile. Ma Queipo non vedeva oltre il suo naso (...). E nel caso di Guernica, alcuni contrasti tra il comando dell'aviazione tedesca della Legione Condor e il nostro quartiere centrale provocarono la distruzione della cosiddetta «capitale spirituale» dei baschi, con una propaganda sciocca, perché la capitale spirituale di tutti i cristiani, baschi compresi, è Roma. Se si eccettuano i possibili eccessi dell'aviazione tedesca, che ignoravo, è pur sempre vero che gran parte della distruzione fu dovuta allo scoppio di polveriere e magazzini militari dei rossi stessi. La propaganda marxista è riuscita a omologare il caso di Guernica con la distruzione sistematica di Dresda o il lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki. Ripugnante fandonia che smascherai a molti corrispondenti. Replica lo scrittore r>i I ENZA fretta ma senza L] pause la stiamo dimenti» cando, generale, e dimen1 I ticare il franchismo signihJj fica dimenticare l'antifranchismo, lo sforzo culturale etico più generoso, malinconico ed eroico per il quale resistettero manciate di uomini e donne della razza di Matilde Landa, di Quinones, di Tomas Centeno, di Peiró, degli anarchici che cercarono di uccidere Lei per uccidere la morte, di Ruano, di Marcelino Camacho, di Marcos Ana, di Nicolas Redondo, di Sànchez Monterò, di tanti ragazzi nazionalisti che scapparono sui monti perché Lei era padrone delle valli e dei casolari di ribelli con causa (...) Non voglio fare un inventario di martiri, di lacerazioni, né di tempo perduto. Temo che tra cinquant'anni i Dizionari enciclopedici audiovisivi ridurranno via via la voce a Lei dedicata: quattro immagini, quattro gesti, quattro situazioni e una voce fuori campo costretta al riassunto e alla obiettività storica: «Francisco Franco Bahamonde, El Ferrai 1892 - Madrid 1975. Militare e politico spagnolo (politico sì, generale, mi spiace). Ebbe un ruolo di rilievo nelle campagne africane all'inizio del secolo e fu capo dei nazionalisti nella guerra civile spagnola (19361939) contro i repubblicani. Capo di Stato fino alla sua morte nel '75, governò con autorità non priva di durezza, ma sotto il suo comando vennero stabilite le basi dello sviluppo neocapitalista che trasformò la Spagna in una discreta potenza industriale nell'ultimo quarto del XX secolo». E questo sarà più o meno tutto. Gli storici si dilungheranno un po' di più: guerra di crudeltà equivalenti, dopoguerra di autoritarismo e insieme di sviluppo (...) Ebbene, la Storia è su due piani e non vi è spazio per i rumori, né per i gemiti, né per le grida di rabbia e terrore. E ogni volta che un cittadino del futuro leggerà quella storia oggettivata e guarderà quei video riduttori, sarà come vederLa emergere dall'orizzonte conducendo un fantasmagorico bulldozer nero pronto a riseppellire con un ulteriore strato di terra tutte le sue vittime di pensiero, parola, opera e omissione. Manuel Vàzquez Montalbàn

Persone citate: Francisco Franco, Garcia Lorca, Liano, Marcelino Camacho, Marcos Ana, Matilde Landa, Quinones, Tomas Centeno

Luoghi citati: Dresda, Guernica, Hiroshima, Madrid, Nagasaki, Roma, Spagna