Morte misteriosa nella Verona bene di Giuliano Marchesini

Morte misteriosa nella Verona bene La figlia dell'industriale Vicenzi trovata senza vita su una strada di campagna Morte misteriosa nella Verona bene Soffriva di depressione: overdose? VERONA DAL NOSTRO INVIATO Come rannicchiata nel fango, su una stradicciola in mezzo alla campagna. Così è stata trovata Pierangela Vicenzi, 31 anni, figlia di Mario, ex titolare dell'azienda che produce pasticceria e vicepresidente della Glaxo, la squadra di basket di Verona. Era morta da parecchie ore, forse per un micidiale miscuglio di psicofarmaci. Qualcuno parla anche di overdose, ma finora gli inquirenti non hanno trovato conferme. Da tempo Pierangela «aveva dei problemi», come dice chi la conosceva: crisi depressive, sbandamenti. Prendeva pastiglie, tante, e forse qualcos'altro. Faceva parte di una delle famiglie più agiate di Verona: quella ditta Vicenzi, fondata a livello artigianale e cresciuta fino a diventare, sotto la guida dei fratelli Mario e Giuseppe, una grossa azienda nel settore della pasticceria industriale. Ottenuto il diploma di scuola media superiore, Pierangela non era andata più avanti negli studi. Qualcosa la rendeva insicura, fragile. Eppure, dicono gli amici, non le mancava niente. Un tormento per la madre, Maria, e il padre, che per poter seguire meglio quella figlia così sperduta, forse anche esposta alla droga, due anni fa decise di vendere la sua quota del 40 per cento del pacchetto azionario dell'industria, che sarebbe poi stata acquistata da una società controllata da Raul Gardini. Ma lei non recuperava, faceva fatica a vivere, nonostante fosse stata intensamente curata in un ospedale. Spesso di notte non dormiva: allora prendeva il suo cane e usciva, andava in giro per la città, e tornava quand'era mattina. Con chi s'incontrasse, con chi passasse tante ore, lei non lo diceva. Ultimamente s'era messa insieme con un ragazzo, era andata a vivere con lui in un residence nel centro di Verona. Ma suo padre cercava, tenacemente, di mantenere i rapporti con lei, di assisterla in qualche modo. L'altra sera Pierangela è andata a casa della madre del suo fidanzato, a riprendersi il cane che le aveva affidato per qualche ora. «Lo porto a fare un giro, qui attorno». E' salita sulla sua auto, una Y.10, e da quel momento nessuno l'ha più vista. Ieri mattina verso le 7 una donna, Luigina Corrà, accompagna a scuola la sua bambina. Attraversa un viottolo tra i campi in località Maccagnina, poco lontano da Zevio. D'un tratto getta un grido: sulla stradina c'è il corpo di una ragazza, il viso nel fango. Si china e posa una mano sulla schiena. Quel corpo è irrigidito. La donna si mette a correre, arriva in paese, affida la bambina a qualcuno e va a dare l'allarme. Ma per Pierangela Vicenzi non c'è più niente da fare. La ragazza indossa una ma¬ glietta e dei fuseaux, la schiena coperta da un giubbotto. In quel viottolo, stabiliscono gli inquirenti, non era arrivata da sola: sulle scarpe non c'è una traccia di fango. Qualcuno deve averla portata là, a circa duecento metri da una contrada. Dov'è stata, Pierangela, nella notte? Per i carabinieri non è facile ricostruire il suo girovagare. E non si riesce a trovare la sua auto, né il suo cane. Pierangela Vicenzi è morta così, misteriosamente, in uno dei suoi angosciati giri notturni. Pare che non ci siano tracce di violenza, sul corpo. Per il momento, gli inquirenti parlano di «morte accidentale». Hanno anche pensato che fosse stata sequestrata, che i rapitori le avessero fatto prendere qualcosa e se la siano trovata morta tra le braccia. Ma forse è stata uccisa da chissà quale miscuglio di psicofarmaci, o forse dalla droga, mentre era in compagnia di qualcuno, in mezzo ad altri disperati. I carabinieri, co- munque, non hanno trovato sulle braccia il segno di un «buco». Non vogliono pensare, i suoi familiari, che sia finita vittima dell'eroina. Il fratello, Luca, dice che Pierangela stava male, che prendeva farmaci, e ne aveva piena la borsetta. Adesso si cercano i suoi amici, quelli con i quali trascorreva notti insonni: qualcuno, forse, può dire come Mario Vicenzi ha perso sua figlia. Giuliano Marchesini Dopo le prime crisi il padre aveva venduto l'azienda per starle vicino Un'immagine di Verona Sopra: Raoul Gardini, a lui Mario Vicenzi vendette l'azienda

Persone citate: Corrà, Mario Vicenzi, Raoul Gardini, Raul Gardini, Vicenzi

Luoghi citati: Maccagnina, Verona, Zevio